Il federalismo è una questione interna allo Stato italiano che al Veneto poco interessa.
A proposito del pezzo “Il vero federalismo fu quello attuato dall’imperatore Ottaviano Augusto”, pubblicato il 21 luglio su “Il Gazzettino”, ritengo, come esponente del Veneto Serenissimo Governo, di fare alcune considerazioni. Non entro nel merito del concetto di federalismo enunciato nel testo, mi limito a dire che è bene per il signor “D.T.” analizzare correttamente quali siano i capisaldi federalisti ed indipendentisti del Cattaneo e di tutti i grandi teorici del federalismo.
Per quanto riguarda le affermazioni fatte sul Veneto, il Veneto Serenissimo Governo non è per il federalismo né per la secessione in quanto ritiene che il Veneto non è mai entrato legalmente a far parte dell’Italia, ed è tuttora in uno stato di occupazione da parte dell’Italia. Quindi i Veneti prima di tutto devono riappropriarsi del proprio libero arbitrio e decidere in modo libero del proprio destino di Nazione. Ricordiamo che il Veneto è stato per 1200 anni indipendente, e può essere considerato una delle poche Nazioni storiche d’Europa.
Oggi è giunta l’ora in cui il consesso internazionale deve prendere una posizione chiara rispetto al diritto all’autodeterminazione del Popolo Veneto, l’occupazione italiana deve finire e con essa la violazione del diritto internazionale. 140 anni di occupazione non fanno cadere in prescrizione il diritto di un Popolo alla libertà. Il federalismo è una questione interna allo Stato italiano che al Veneto poco interessa.
Il Veneto Serenissimo Governo sta procedendo a livello internazionale per ottenere il rifacimento del referendum del 1866, secondo gli accordi internazionali che dovevano regolarlo (Pace di Vienna ed Armistizio di Cormons), tutto ciò sostenuto da una raccolta firme
Il Veneto Serenissimo Governo sta procedendo a livello internazionale per ottenere il rifacimento del referendum del 1866, secondo gli accordi internazionali che dovevano regolarlo (Pace di Vienna ed Armistizio di Cormons), tutto ciò sostenuto da una raccolta firme
che verrà presentata all’ONU quale garante internazionale del diritto all’autodeterminazione di ogni Popolo.
Venezia, 22 luglio ’06
Il Ministro Consigliere
Del Veneto Serenissimo Governo
Demetrio Serraglia
Del Veneto Serenissimo Governo
Demetrio Serraglia
Riportiamo la lettera pubblicata sul "Il Gazzettino"
Il federalismo a costo zero non esiste e non potrà mai esistere. Il pericolo di una moltiplicazione burocratica, che è indice di una lievitazione dei costi e delle spese, è insisto nei progetti pseudo-federalisti di alcune formazioni politiche del NordEst come la Lega Nord-Liga Veneta, Progetto Nordest, incapaci di cogliere appieno l’essenza profonda dell’istanza decentralista, consistente nella dimunizione della pressione fiscale nonchè nell’offerta di servizi qualitativamente migliore rispetto a quella garantita dallo Stato centrale.
Ma in paese di 20 Regioni, cinque delle quali ad ordinamento speciale o differenziato, può realizzarsi un’equa distribuzione di competenze tra il centro e la periferia con l’indicazione chiara ed espressa di materie da attribuirsi rispettivamente alla competenza esclusiva regionale ed a quella statale, eliminando ambiti di potestà concorrente, fonte di incomprensioni e frequenti conflitti di attribuzione tra lo Stato e l’ente pubblico regionale ? Personalmente credo di no, a causa di una eccessiva presenza di realtà regionali in seno ad un contesto territoriale, come quello italiano, non così geograficamente esteso al pari di altri Stati federali come la Germania o gli Stati Uniti d’America. Nessuno vuole tornare ad un centralismo romano non idoneo a cogliere le specifiche differenziazioni locali, presenti soprattutto sul piano etnico-tradizionale-culturale, ma è necessario, attraverso una riforma costituzionale ad hoc, ridurre prepotentemente il numero di Regioni italiane al fine di cancellare una delle cause, anche se non l’unica, dell’ incremento incontrollato della spesa pubblica. Prima dei vari Umberto Bossi, Giorgio Panto, Franco Rocchetta, tutti con una forma mentis caratterizzata da una visione politica del federalismo e perciò stesso parziaria con evidenti ripercussioni negative per il Veneto sul piano economico-imprenditoriale, solo un personaggio del passato più remoto aveva colto l’importanta del decentramento amministrativo con l’istituzione di un numero di centri funzionali non eccessivamente pletorico e, di conseguenza facilmente controllabile: Ottaviano Augusto, primo imperatore romano (27 a.C-14d.C).
A lui si deve la suddivisione della penisola italica, ad esclusione di Roma e del territorio limitrofo, in 11 Regiones contraddistinte da una perfetta omogeneità etnica-morfologica.
Ovviamente si trattava di partizioni di territorio, effettuate a scopi di censimento e di organizzazione amministrativa e tributaria delle terre pubbliche, che tuttavia possono costituire un punto di partenza per contrapporre la federazione alla fusione e non all’unità della quale parlava il buon Carlo Cattaneo (1801-1869), evitando, in tal modo, proposte secessionistiche ridicole ed imbarazzanti come quelle avanzate in passato dalla Lega Nord di Umberto Bossi ed ora dal c.d.Veneto Serenissimo Governo.D. T.