Comunicati Ufficio Affari Esteri

Quale futuro per i cristiani del vicino Oriente?

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Occorre vigilare attentamente sul dilagare dei movimenti islamisti!

 

 

Iraq, Egitto e Libano. Tre paesi in cui la presenza cristiana diminuisce progressivamente ed inesorabilmente.

In Iraq si calcola che circa 500.000 cristiani abbiano lasciato il paese dal 2003, in concomitanza con l’inizio della caotica situazione causata dal rianimarsi dei gruppi terroristici e fanatici e delineatasi dopo la liberazione dal regime di Saddam Hussein da parte delle truppe angloamericane.

In Libano i cristiani non sono più la maggioranza della popolazione, mentre in Egitto sono decine le aggressioni contro i cristiani copti e gli atti vandalici nei confronti delle loro chiese.

Perché i cristiani sono in difficoltà in tre paesi dalla situazione politica interna così diversa ?

La risposta è molto semplice: cresce sempre più il peso dei movimenti radicali islamici, i quali sotto la bandiera tranquillizzante del nazionalismo celano l’intenzione di creare regimi islamisti fondati sulla Sharia.

In quest’ottica la religione dei crociati (il cristianesimo) e quella dei sionisti (l’ebraismo) vanno combattute ed i loro seguaci, quando va bene, costretti a convertirsi all’islam.

Anche l’Egitto, paese che si sforza di controllare il fanatismo, deve fare i conti con gli islamisti: alle ultime elezioni l’organizzazione islamista dei Fratelli musulmani è risultata il principale partito d’opposizione.

Occorre, pertanto, vigilare attentamente sui movimenti islamisti anche in questi tre paesi, a conferma della forza che contraddistingue l’islam radicale.

Venezia, 21 settembre ‘06

Andrea Bonesso