LA FAMIGLIA: UNA STORIA CHE VIENE DA LONTANO
Il breve excursus storico ha permesso di evidenziare l’antichità del concetto di famiglia. Essa assume il significato profondo, quasi tendenza innata nell’essere umano, di relazione stabile tra persone di sesso diverso. In questo senso si può parlare di “società naturale”. Oggi, da più parti, si ignora tutto questo e si preferisce parlare di costruzione artificiale, legata ad una particolare cultura, che ognuno può smontare e rimontare a piacimento.
Secondo un consolidato pregiudizio ottocentesco la famiglia cosiddetta tradizionale, formata da uomo e donna ed eventuali figli, sarebbe un portato del cristianesimo.
Nulla di più sbagliato: numerose sono, infatti, le civiltà antiche che hanno inteso la famiglia come unione monogamica tra uomo e donna.
Nelle incisioni rupestri della Val Canonica, ad esempio, figurano un uomo ed una donna con i loro bambini: si tratta di una famiglia di 5000 anni fa!
Ma c’è di più: i due adulti sono raffigurati con i piedi uniti da un filo, quasi a simboleggiare la stabilità del legame matrimoniale.
Lo studio delle raffigurazioni odierne dei gruppi di aborigeni australiani, culturalmente fermi al paleolitico (circa 40.000 anni fa), conferma quanto esposto. Gli spiriti ancestrali raffigurati sono sempre in coppia, maschio e femmina. Non è un mistero che per quelle popolazioni le realtà terrene devono riprendere quelle soprannaturali, quindi uomo e donna sposi.
Si potrebbero citare tanti altri esempi per dimostrare che, per l’umanità, famiglia significa unione stabile tra uomo e donna.
Pensiamo al meraviglioso “sarcofago degli sposi” etrusco dove il defunto è legato per l’eternità alla propria moglie. Oppure alle tante lapidi funerarie romane in cui figurano il pater familias, la moglie e i figli: una famiglia stabile anche post mortem.
Certamente affermare che la famiglia è documentabile in tutte le civiltà del passato non significa negare l’esistenza di altri tipi di unione o costumi sessuali; tuttavia questi non erano mai paragonati a quella.
Nulla di più sbagliato: numerose sono, infatti, le civiltà antiche che hanno inteso la famiglia come unione monogamica tra uomo e donna.
Nelle incisioni rupestri della Val Canonica, ad esempio, figurano un uomo ed una donna con i loro bambini: si tratta di una famiglia di 5000 anni fa!
Ma c’è di più: i due adulti sono raffigurati con i piedi uniti da un filo, quasi a simboleggiare la stabilità del legame matrimoniale.
Lo studio delle raffigurazioni odierne dei gruppi di aborigeni australiani, culturalmente fermi al paleolitico (circa 40.000 anni fa), conferma quanto esposto. Gli spiriti ancestrali raffigurati sono sempre in coppia, maschio e femmina. Non è un mistero che per quelle popolazioni le realtà terrene devono riprendere quelle soprannaturali, quindi uomo e donna sposi.
Si potrebbero citare tanti altri esempi per dimostrare che, per l’umanità, famiglia significa unione stabile tra uomo e donna.
Pensiamo al meraviglioso “sarcofago degli sposi” etrusco dove il defunto è legato per l’eternità alla propria moglie. Oppure alle tante lapidi funerarie romane in cui figurano il pater familias, la moglie e i figli: una famiglia stabile anche post mortem.
Certamente affermare che la famiglia è documentabile in tutte le civiltà del passato non significa negare l’esistenza di altri tipi di unione o costumi sessuali; tuttavia questi non erano mai paragonati a quella.
Il matrimonio quale unione sacra
In nessuna epoca o civiltà del passato esiste un “matrimonio civile”. Tutti i riti che ratificano l’unione di un uomo ed una donna hanno carattere religioso, a conferma della sacralità del matrimonio monogamico eterosessuale.
Un esempio, tra i tanti, è l’immagine svedese della fine del secondo millennio a.C. che rappresenta al coppia che si bacia al momento del congiungimento, mentre il dio Thor tiene un’ascia sopra le loro teste: la divinità, nel rituale vichingo, benedice l’unione fra uomo e donna.
Un esempio, tra i tanti, è l’immagine svedese della fine del secondo millennio a.C. che rappresenta al coppia che si bacia al momento del congiungimento, mentre il dio Thor tiene un’ascia sopra le loro teste: la divinità, nel rituale vichingo, benedice l’unione fra uomo e donna.
Il matrimonio nella tradizione ebraico-cristiana
Superfluo ricordare i numerosissimi passi delle Scritture in cui emerge la solidità e l’importanza dell’unione familiare stabile; essa è anche assunta a modello del rapporto Dio-popolo dal profeta Osea (cf. omonimo libro).
Cristo si inserisce perfettamente in questa linea con la novità radicale costituita da rifiuto del divorzio: in una società dove si discuteva quali erano i motivi validi per cui il marito poteva abbandonare la moglie, Gesù di Nazaret propone l’indissolubilità del vincolo nuziale.
La famiglia come realtà “naturale”
Il breve excursus storico ha permesso di evidenziare l’antichità del concetto di famiglia. Essa assume il significato profondo, quasi tendenza innata nell’essere umano, di relazione stabile tra persone di sesso diverso. In questo senso si può parlare di “società naturale”. Oggi, da più parti, si ignora tutto questo e si preferisce parlare di costruzione artificiale, legata ad una particolare cultura, che ognuno può smontare e rimontare a piacimento.
Gli attacchi odierni alla famiglia
Gli attuali tentativi di affossare l’istituzione familiare sono il risultato di quella cultura radical-individualista, in voga da oltre due secoli, che considera l’individuo, in astratto, completamente slegato dai suoi legami sociali e portatore di desideri che lo stato deve riconoscere quali diritti. L’idea di base consiste nel collegare la felicità del singolo con la rottura di ogni relazione con gli altri. L’obiettivo, a medio-lungo termine, dei vari progetti di legalizzazione delle cosiddette “coppie di fatto” mira a “rendere stabile la precarietà”, assecondando i capricci del singolo, e a considerare indifferente all’identità sessuale il matrimonio.
Perché difendere la famiglia ?
Il Veneto Serenissimo Governo considera la famiglia fondata sul matrimonio monogamico eterosessuale, la prima ed insostituibile forma di comunità umana, nella quale si sviluppano la protezione, il senso di appartenenza, l’accoglienza ed il rispetto della diversità, lo star bene insieme ed un idoneo ambiente per la crescita dei figli.
Pertanto, difendere questa istituzione significa ribadire il proprio assenso ad una cultura a difesa della vita e sostenere l’architrave della società civile nel confronto con il gretto individualismo.
Per il Veneto Serenissimo Governo
Andrea Bonesso
Andrea Bonesso