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Cus: la sinistra italiana prosegue il suo assalto a famiglia e costituzione

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E due. Dopo la proposta della commissione affari costituzionali della camera, ecco quella del presidente della commissione giustizia del senato. Il 12 luglio 2007 sarà ricordato come data di nascita dei cus, contratti di unione solidale. Sostituiscono il precedente ddl governativo sui “Diritti e doveri dei conviventi”, meglio noto come Dico.
Il testo prevede alcuni elementi veramente “qualificanti”.

In primis, l’intera materia disciplinata viene inserita nel Codice Civile, libro I, quello dedicato alla famiglia (strana coincidenza!). I punti salienti, e che destano preoccupazione, sono i seguenti.
Art. 455-bis “… L’unione solidale è un contratto concluso fra due persone, anche dello stesso sesso, per l’organizzazione della vita in comune”; dunque sono ammesse alla possibilità di stipula anche persone dello stesso sesso.
Art. 455-ter “… Il contratto di unione solidale si stipula mediante dichiarazione congiunta davanti al giudice di pace o ad un notaio competente per il comune di residenza di uno dei due contraenti” e art. 455-quater “… I contratti di unione solidale sono trascritti in apposito registro presso l’ufficio del giudice di pace competente”. Si realizza un escamotage giuridico: l’utilizzo di strumenti di diritto privato di natura contrattuale in vista di un riconoscimento pubblico. Ma ciò che più conta è proprio il riconoscimento pubblico della convivenza, al pari del matrimonio. E’ proposta un’alternativa al matrimonio.
Art. 455-terdecies “… Il contratto di unione solidale si scioglie nei seguenti casi: […] per decisione unilaterale di uno dei contraenti”. Qui siamo veramente all’apice delle idee “progressiste”: nessuna tutela per il soggetto debole della coppia, il più forte può decidere di rompere il legame sancito dal cus. Non nascondiamoci: è una forma di ripudio, molto simile a quanto previsto dalla legislazione islamista della Sharia. Per fortuna che questi signori fanno pubblica professione di laicità.
In conclusione, dopo la poligamia (ddl sulla libertà di religione) ora il libello di ripudio di matrice islamista e l’equiparazione convivenza-matrimonio monogamico.
Ancora una volta la sinistra italiana ignora quanto previsto dall’art. 29 della costituzione e continua decisa l’opera di demolizione di ogni conquista della civiltà umanista e giuridica occidentale, dalla quale si è da tempo congedata.

Venezia, 14 luglio ‘07

Per il Veneto Serenissimo Governo
Il sottosegretario
Andrea Bonesso