Secondo la più classica doppiezza araba, il regime islamista sudanese, dopo aver illuso la comunità internazionale sul possibile invio di caschi blu nella regione del Darfur, ha pronunciato un secco ed inappellabile "no" a tale eventualità.

Quest’ultimo proclama contiene, però, anche una novità. Il governo sudanese si è detto contrario pure alla possibilità di un incremento degli effettivi delle truppe dell’Unione Africana, attualmente 7000, di stanza nelle regioni occidentali del paese.
I motivi addotti rivelano impietosamente la deriva islamista di questo regime dispotico: i soldati dell’UA sarebbero portatori di costumi ed usanze degradati che comprometterebbero la purezza delle tradizioni sudanesi.
E´ il leit motiv tipico dell’islamismo globale in perenne lotta con l’Occidente, grande satana dai costumi corrotti che minaccia l’autentico islam.
Oramai il regime ha gettato la maschera e la comunità internazionale deve trarre le dovute conclusioni.
Soprattutto l’Unione Europea continua a non voler capire: in un comunicato congiunto i ministri degli esteri dei 27 paesi membri hanno dichiarato che un impegno UE potrà avvenire soltanto sulla base di una risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’ONU.
Peccato che tale organismo sia ostaggio di veti incrociati, soprattutto da parte della Cina che vanta enormi interessi in Sudan, quindi fatalmente bloccato.
L’UE, inoltre, seguita a intrattenere rapporti con il regime sudanese quale interlocutore privilegiato, senza preoccuparsi di invitare al tavolo delle trattative i rappresentanti dei movimenti di liberazione del Darfur che si oppongono all’islamizzazione forzata e al terrorismo islamista.
Evidentemente a Bruxelles sono tutti d’accordo a stare dalla parte degli aggressori e dei terroristi.
Sul terreno, intanto, gli sfollati aumentano, le organizzazioni non governative di soccorso incontrano moltissime difficoltà nel loro preziosissimo sostegno umanitario e le incursioni dei miliziani islamisti proseguono senza sosta con il loro corollario di morte e distruzione.
Venezia, 24 luglio `07
Il sottosegretario agli affari esteri
Andrea Bonesso