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I proclami italiani e il diritto internazionale violato

…Il ministro D’Alema, quindi, si batte strumentalmente per il rispetto della legalità internazionale (vedi l’illegale attacco allo stato sovrano della Serbia nel 1999).
È appena il caso di ricordarLe, sig. ministro, che lo stato italiano continua a violare la stessa legalità internazionale, occupando abusivamente il Veneto dal 1866…

La coerenza e la logica dei "due pesi, due misure" paiono essere una caratteristica delle alte cariche dello stato italiano.
Nelle scorse settimane il ministro degli esteri italiano, Massimo D’Alema, dopo aver incontrato Mohamed Abdelaziz, segretario del Fronte Polisario che si batte per l’autodeterminazione dei Saharawi, ha esplicitato il suo appoggio a tale iniziativa, ribadendo la necessità del rispetto delle risoluzioni ONU in materia.
Ora, non occorre essere esperti di geopolitica per capire che dette risoluzioni prevedono il diritto all’autodeterminazione del popolo Saharawi, da esercitarsi tramite referendum sull’indipendenza del Sahara Occidentale dal Marocco. 
Il ministro D’Alema, quindi, si batte strumentalmente per il rispetto della legalità internazionale (vedi l’illegale attacco allo stato sovrano della Serbia nel 1999).
È appena il caso di ricordarLe, sig. ministro, che lo stato italiano continua a violare la stessa legalità internazionale, occupando abusivamente il Veneto dal 1866.
Che la questione del rispetto del diritto internazionale sia un chiodo fisso delle massime autorità italiane, è dimostrato anche da alcuni passaggi del discorso che il presidente della repubblica, Giorgio Napolitano, ha rivolto alle forze armate in occasione della ricorrenza del 4 novembre.
In esso si afferma che «Oggi, la salvaguardia della sicurezza nazionale attraverso la promozione della stabilità e della legalità internazionali, delle quali essa è funzione diretta, costituisce obiettivo primario».
La sicurezza dell’Italia, quindi, è legata alla legalità internazionale; ragion per cui, in assenza di tale collegamento, il paese è destinato ad essere perennemente insicuro e traballante nei suoi fondamenti.
In effetti, sig. presidente, è proprio così: lo stato italiano, ignorando al proprio interno il diritto internazionale e difendendolo all’esterno, ha già da tempo minato la sua credibilità.
Uno stato di cartapesta, le cui più alte cariche istituzionali, mentre richiedono a piacimento l’osservanza della legalità internazionale, in casa propria la calpestano pesantemente ogni giorno.
  
Venezia, 04 novembre `07

Il sottosegretario agli affari esteri
Andrea Bonesso