Liberi Masi di Coi e Col dal secolo XIV
Zoldo Alto in Zugliocarnia
La Veneta Serenissima Repubblica ha festeggiato il patrono San Marco con una messa solenne a Coi di Zoldo.

La delegazione, aperta dall’alfiere, era formata dal presidente Luigi Massimo Faccia venuto appositamente da Lodi, Luca Peroni, capo del governo, giunto da Verona, nonché dai ministri Bonesso, Mocellin e Serraglia. Gli Altri esponenti del Serenissimo Governo erano andati a Milano, al corteo per la Liberazione dal nascifascismo, per sfilare a fianco del gruppo israeliano, con il quale c’è un’ottima intesa.
La Veneta Serenissima Repubblica, l’organizzazione di riferimento del Movimento indipendentista veneto, ieri, 25 marzo, ha festeggiato il patrono San Marco con una messa solenne a Coi di Zoldo.
La delegazione, aperta dall’alfiere, era formata dal presidente Luigi Massimo Faccia venuto appositamente da Lodi, Luca Peroni, capo del governo, giunto da Verona, nonché dai ministri Bonesso, Mocellin, Battistel e Serraglia. Gli Altri esponenti del Serenissimo Governo erano andati a Milano, al corteo per la Liberazione dal nascifascismo, per sfilare a fianco del gruppo israeliano, con il quale c’è un’ottima intesa.
La messa è stata celebrata da don Floriano Pellegrini, che ha inquadrato la festa nella più vasta cultura cristiana, evangelica, di vera libertà e comunitaria, in contrasto con quella atea, violenta e individualista diffusa dopo la rivoluzione francese. I canti, tra i quali alcuni in latino, lingua ufficiale della Chiesa, sono stati accompagnati alla pianola dall’arch. Giovanni Massimiliano Bobbo.
Nell’occasione, era stata esposta la storica campanella della Regola Grande, alla quale nel 1805, dopo la soppressione napoleonica delle Regole, era stato staccato il batacchio, in attesa di tempi migliori, che sono giunti tre anni fa, quando la Regola è stata ricostituita e, allora, il batacchio è stato riattaccato e la campanella ha ripreso a funzionare. In questa rinascita si è letto un auspicio alla ripresa di tutta la vita della comunità venete, ingiustamente danneggiate, nella cultura e nei beni materiali, dai fatti seguiti al 1797.
Al termine della celebrazione religiosa, i Serenissimi sono stati ricevuti alla Biblioteca del Risorgimento, di Casa Pellegrini. Un fatto semplice, in sé stesso, ma simbolicamente molto significativo, in quanto essa è collegata spiritualmente all’ultimo capo di uno Stato veneto e veneziano, lo statista Daniele Manin, tramite un proprio membro, il senatore del Regno Clemente Pellegrini, che dei Manin divenne erede materiale e spirituale.
La giornata di festa si è conclusa con un incontro conviviale, offerto ai convenuti dal delegato Marco De Cesero e dai suoi familiari.
Coi, 26 aprile 2008
don Floriano Pellegrini
La delegazione, aperta dall’alfiere, era formata dal presidente Luigi Massimo Faccia venuto appositamente da Lodi, Luca Peroni, capo del governo, giunto da Verona, nonché dai ministri Bonesso, Mocellin, Battistel e Serraglia. Gli Altri esponenti del Serenissimo Governo erano andati a Milano, al corteo per la Liberazione dal nascifascismo, per sfilare a fianco del gruppo israeliano, con il quale c’è un’ottima intesa.
La messa è stata celebrata da don Floriano Pellegrini, che ha inquadrato la festa nella più vasta cultura cristiana, evangelica, di vera libertà e comunitaria, in contrasto con quella atea, violenta e individualista diffusa dopo la rivoluzione francese. I canti, tra i quali alcuni in latino, lingua ufficiale della Chiesa, sono stati accompagnati alla pianola dall’arch. Giovanni Massimiliano Bobbo.
Nell’occasione, era stata esposta la storica campanella della Regola Grande, alla quale nel 1805, dopo la soppressione napoleonica delle Regole, era stato staccato il batacchio, in attesa di tempi migliori, che sono giunti tre anni fa, quando la Regola è stata ricostituita e, allora, il batacchio è stato riattaccato e la campanella ha ripreso a funzionare. In questa rinascita si è letto un auspicio alla ripresa di tutta la vita della comunità venete, ingiustamente danneggiate, nella cultura e nei beni materiali, dai fatti seguiti al 1797.
Al termine della celebrazione religiosa, i Serenissimi sono stati ricevuti alla Biblioteca del Risorgimento, di Casa Pellegrini. Un fatto semplice, in sé stesso, ma simbolicamente molto significativo, in quanto essa è collegata spiritualmente all’ultimo capo di uno Stato veneto e veneziano, lo statista Daniele Manin, tramite un proprio membro, il senatore del Regno Clemente Pellegrini, che dei Manin divenne erede materiale e spirituale.
La giornata di festa si è conclusa con un incontro conviviale, offerto ai convenuti dal delegato Marco De Cesero e dai suoi familiari.
Coi, 26 aprile 2008
don Floriano Pellegrini