Base ai piedi del Toc, feudi tra Asiago, Treviso e Verona
Il «ministro» Serraglia: «Liberate le vostre proprietà»
Il «ministro» Serraglia: «Liberate le vostre proprietà»

CORRIERE DEL VENETO.IT
L’autonomismo – Dodici anni dopo l’assalto al campanile di San Marco, parte del gruppo si ricompone per un onirico progetto di autodeterminazione
Terre donate ai Serenissimi per creare
il governo veneto
Base ai piedi del Toc, feudi tra Asiago, Treviso e Verona
Il «ministro» Serraglia: «Liberate le vostre proprietà»
Terre donate ai Serenissimi per creare
il governo veneto
Base ai piedi del Toc, feudi tra Asiago, Treviso e Verona
Il «ministro» Serraglia: «Liberate le vostre proprietà»
LONGARONE (Belluno) — Hanno ottenuto dal proprietario la gestione «politica» di un terreno boscoso sulle montagne di Longarone. Libero Territorio Veneto è il nome di questa prima porzione di suolo affrancato. L’ iniziativa è di Luigi Massimo Faccia, membro del commando dei «Serenissimi» che nel 1997 assaltarono il Campanile di San Marco. Un gesto che costò a Faccia una condanna a tre anni e mezzo di carcere.
Dopo aver pagato il conto con la giustizia, nel 2002 ha ripreso a progettare nuove azioni. Il 20 luglio del 2008 ha stabilito la ricostituzione della Veneta Serenissima Repubblica con tanto di decreto presidenziale da lui firmato.
Ora, dopo Longarone, il «ricostituito governo » è pronto a «conquistare» nuovi territori. «Gli ultimi nel mese di ottobre – ha spiegato Demetrio Serraglia, ministro agli Affari Esteri del Veneto Serenissimo Governo – nella zona dell’altopiano di Asiago e nelle campagne veronesi. Ci stiamo allargando a macchia di leopardo anche attraverso il tam tam su internet. A Treviso nella zona della Pedemontana delle persone che ci hanno contattato affidandoci in gestione alcuni appezzamenti. Quella di Longarone è una naturale conseguenza della liberazione di piazza San Marco, un continuo rivendicare il diritto dei veneti di decidere del proprio destino, del proprio libero arbitrio. Abbiamo scelto Longarone perché la Repubblica della Serenissima non si fondava solo su Venezia, ma sulla libera adesione di tutte le comunità».
La Veneta Serenissima Repubblica ha un Capo di Stato e un governo che rimane in carica 5 anni e a Longarone è stato nominato un luogotenente all’area dolomitica per gestire le iniziative in ambito locale, funzione attualmente in mano a Marco De Cesero. «È su queste poche centinaia di metri quadrati – ha scritto Il Velino – sotto quel monte Toc protagonista del disastro del Vajont, che i fasti del Leone di San Marco sono tornati a splendere come al tempo dei Dogi». La radura non è abitata, ma le riunioni di gabinetto si tengono quasi ogni sabato e domenica. Perché l’esecutivo guidato da Luca Peroni, altro Serenissimo finito nei guai dopo l’assalto del ’97, punta in alto, tanto da essersi dato perfino un ambizioso piano economico che spazia dall’edilizia all’industria, dall’artigianato all’agricoltura, dai trasporti alle politiche energetiche. In attesa di ricostituire definitivamente la Repubblica di San Marco, il Veneto Serenissimo Governo ha chiesto ai seguaci di «liberare» nuovi territori da gestire politicamente. «Abbiamo fatto appello al popolo veneto, perché si può liberare il proprio giardino di casa o un campo agricolo – ha affermato Demetrio Serraglia . Piantare una bandiera è un gesto dal valore simbolico, ma di grande importanza». «Se l’indipendenza resta l’obiettivo massimo – ha scritto ancora Il Velino – quello minimo è il rifacimento dell’odiato referendum con cui il Lombardo-Veneto fu annesso al Regno d’Italia».
Il riferimento è al referendum di ratifica dell’annessione al Regno d’Italia del 1866: «Riteniamo sia stato fatto in violazione del diritto internazionale – ha proseguito Serraglia – per la presenza in ogni seggio elettorale dei militati italiani sulla falsa riga di quello che succede oggi in Afghanistan con l’assenza di uno stato terzo che vigilasse sull’operazione». «Abbiamo scritto a vari Paesi delle Nazioni unite chiedendo di stabilire rapporti diplomatici – ha dichiarato ancora Serraglia . Ci hanno risposto Israele, l’Etiopia e la Bielorussia e l’ufficio di gabinetto di uno dei membri del Consiglio di sicurezza, che ci ha fatto sapere di vedere con interesse l’autodeterminazione dei popoli. Ma per motivi di riservatezza non posso dire qual è questa nazione». Già, ma se l’idea, tutt’altro che ortodossa, portasse nuovi guai? I «Serenissimi» non temono di tornare dietro le sbarre. «Non vogliamo lotte – ha continuato Serraglia – ma solo un riconoscimento. L’Italia è in fallo dal punto di vista della legittimità, ma noi non ci riteniamo dei secessionisti, vogliamo solo verificare se il Veneto sia entrato legalmente in Italia. Sicuramente veniamo controllati, pensiamo che il ministero dell’Intero monitori le nostre attività». Il Veneto Serenissimo Governo ha anche una web radio, che si può ascoltare sul sito www.radionazionaleveneta. org. Trasmette la domenica e il martedì (gli altri giorni vanno in onda delle repliche).
Dopo aver pagato il conto con la giustizia, nel 2002 ha ripreso a progettare nuove azioni. Il 20 luglio del 2008 ha stabilito la ricostituzione della Veneta Serenissima Repubblica con tanto di decreto presidenziale da lui firmato.
Ora, dopo Longarone, il «ricostituito governo » è pronto a «conquistare» nuovi territori. «Gli ultimi nel mese di ottobre – ha spiegato Demetrio Serraglia, ministro agli Affari Esteri del Veneto Serenissimo Governo – nella zona dell’altopiano di Asiago e nelle campagne veronesi. Ci stiamo allargando a macchia di leopardo anche attraverso il tam tam su internet. A Treviso nella zona della Pedemontana delle persone che ci hanno contattato affidandoci in gestione alcuni appezzamenti. Quella di Longarone è una naturale conseguenza della liberazione di piazza San Marco, un continuo rivendicare il diritto dei veneti di decidere del proprio destino, del proprio libero arbitrio. Abbiamo scelto Longarone perché la Repubblica della Serenissima non si fondava solo su Venezia, ma sulla libera adesione di tutte le comunità».
La Veneta Serenissima Repubblica ha un Capo di Stato e un governo che rimane in carica 5 anni e a Longarone è stato nominato un luogotenente all’area dolomitica per gestire le iniziative in ambito locale, funzione attualmente in mano a Marco De Cesero. «È su queste poche centinaia di metri quadrati – ha scritto Il Velino – sotto quel monte Toc protagonista del disastro del Vajont, che i fasti del Leone di San Marco sono tornati a splendere come al tempo dei Dogi». La radura non è abitata, ma le riunioni di gabinetto si tengono quasi ogni sabato e domenica. Perché l’esecutivo guidato da Luca Peroni, altro Serenissimo finito nei guai dopo l’assalto del ’97, punta in alto, tanto da essersi dato perfino un ambizioso piano economico che spazia dall’edilizia all’industria, dall’artigianato all’agricoltura, dai trasporti alle politiche energetiche. In attesa di ricostituire definitivamente la Repubblica di San Marco, il Veneto Serenissimo Governo ha chiesto ai seguaci di «liberare» nuovi territori da gestire politicamente. «Abbiamo fatto appello al popolo veneto, perché si può liberare il proprio giardino di casa o un campo agricolo – ha affermato Demetrio Serraglia . Piantare una bandiera è un gesto dal valore simbolico, ma di grande importanza». «Se l’indipendenza resta l’obiettivo massimo – ha scritto ancora Il Velino – quello minimo è il rifacimento dell’odiato referendum con cui il Lombardo-Veneto fu annesso al Regno d’Italia».
Il riferimento è al referendum di ratifica dell’annessione al Regno d’Italia del 1866: «Riteniamo sia stato fatto in violazione del diritto internazionale – ha proseguito Serraglia – per la presenza in ogni seggio elettorale dei militati italiani sulla falsa riga di quello che succede oggi in Afghanistan con l’assenza di uno stato terzo che vigilasse sull’operazione». «Abbiamo scritto a vari Paesi delle Nazioni unite chiedendo di stabilire rapporti diplomatici – ha dichiarato ancora Serraglia . Ci hanno risposto Israele, l’Etiopia e la Bielorussia e l’ufficio di gabinetto di uno dei membri del Consiglio di sicurezza, che ci ha fatto sapere di vedere con interesse l’autodeterminazione dei popoli. Ma per motivi di riservatezza non posso dire qual è questa nazione». Già, ma se l’idea, tutt’altro che ortodossa, portasse nuovi guai? I «Serenissimi» non temono di tornare dietro le sbarre. «Non vogliamo lotte – ha continuato Serraglia – ma solo un riconoscimento. L’Italia è in fallo dal punto di vista della legittimità, ma noi non ci riteniamo dei secessionisti, vogliamo solo verificare se il Veneto sia entrato legalmente in Italia. Sicuramente veniamo controllati, pensiamo che il ministero dell’Intero monitori le nostre attività». Il Veneto Serenissimo Governo ha anche una web radio, che si può ascoltare sul sito www.radionazionaleveneta. org. Trasmette la domenica e il martedì (gli altri giorni vanno in onda delle repliche).
Lina Pison
05 novembre 2009© RIPRODUZIONE RISERVATA