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E il Piave mormorò: Referendum subito

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In questi giorni il sig. Presidente della repubblica italiana, accompagnato dal neo presidente del consiglio regionale Zaia, è in visita alla città di Verona e alla sua esposizione fieristica del Vinitaly. A memoria non ricordiamo una visita presidenziale alla fiera di Verona, anche quando questa aveva ben altro peso e prestigio nel panorama fieristico italiano ed europeo, vedi la più che centenaria fiera agricola.

Tutto è pronto come da copione ad accogliere l’illustre ospite: il sindaco con bandoliera tricolore, autorità scolari con bandierine tricolori folle di applauditori adoranti ecc… per dimostrare al Popolo Veneto e ai Popoli della penisola che anche il ribelle Leone Marciano Veneto si è sottomesso docilmente alla pax romano-leghista, stordito dalle ormai nauseanti parole d’ordine: riforme, federalismo fiscale, cambiamento, riduzione delle tasse ecc…
Tutta questa messa in scena deve far vedere a tutti che il Veneto è pronto ancora una volta a far scudo con il suo sacrificio e lavoro sulla linea del Piave per salvare questo stato artificiale ormai alla deriva morale, politica, economica e finanziaria. Il Veneto Serenissimo Governo, erede e continuatore della storia, cultura e tradizioni della Veneta Serenissima Repubblica, dice con forza ancora una volta NO NO NO!!! La nostra terra ha dato fin troppo dal tremendo e sciagurato 21 ottobre 1866: data ufficiale dell’occupazione italiana della nostra amatissima Veneta Patria, attraverso il famigerato referendum farsa che il Veneto Serenissimo Governo non ha mai smesso di denunciare.
Vogliamo ricordare brevemente al sig. Presidente Napolitano e alla casta locale al seguito cosa sono costati al nostro Popolo e alla nostra terra 146 anni di occupazione: tragedie, fame, disperazione, lutti, violenze, guerre, dittature, emigrazione, devastazione ambientale, corruzione, criminalità ed un etnocidio culturale che non ha eguali al mondo. Tutto questo di una tale portata che in quasi 1200 anni della nostra gloriosa Veneta Serenissima Repubblica non si vede neanche lontanamente l’ombra di simili catastrofici eventi. Il Veneto in questo momento oltre a pagare pesantemente in termini economici e occupazionali, sta pagando purtroppo anche con il sangue questa crisi, troppi artigiani-piccoli imprenditori-lavoratori non hanno retto alla disperazione di vedersi sul lastrico a causa di un sistema economico-finanziario che sta divorando le imprese e le famiglie. E’ finita non possiamo né vogliamo più depauperare oltre questo limite il nostro territorio né chiedere ulteriori sacrifici alla nostra gente per ingrassare burocrati corrotti, mafie, parassiti ecc… ne va il futuro delle nostre giovani generazioni, si ricordi il neo governatore: il Veneto per 1200 anni è stato indipendente e capace di governarsi in maniera ammirevole, produrre ricchezza, giustizia e buongoverno per tutti a differenza di questo Stato italiano rapace ed improduttivo fin dalla sua nascita per mano straniera.
Visto che sono cosi capaci, i governanti italiani, nel dire che l’italia è tra i paesi più forti in Europa, la famosa linea del Piave se la facciano a casa loro nel Tevere e lascino il Veneto liberamente decidere il proprio futuro.
Come ricordava un nostro antenato, Cristoforo da Canal, che lasciò scritto che nella vita non c’era scopo più alto che quello di servire e preservare la Repubblica Veneta, in cui il ricordo glorioso delle sue imprese e dei suoi sacrifici sarebbe stato tramandato come fonte di ispirazione per i suoi discendenti.
Longarone, 9 aprile ’10

Referendum subito!

il Presidente della Veneta Serenissima Repubblica
Luigi Massimo Faccia