Berlino Parigi Roma o il Veneto?
…I tentativi per dissimulare la tragica realtà odierna attraverso festeggiamenti per i cosiddetti 150 anni "dell’unità italiana", (le cui spese sono avvolte nel mistero ma di certo superano le decine di milioni di euro) sono falliti. Questo assieme alla colossale montagna di bugie e alle vuote quanto irritanti parole d’ordine che purtroppo ogni Veneto conosce bene, non sono bastate al potere nazional-romano-padano a nascondere l’incolmabile voragine dei conti pubblici e non solo, pur avendo anche tirato in ballo la congiura speculativa internazionale contro l’italia e poteri forti che nell’ombra tramano, per concludere ci mancavano solo le plutodemocrazie e la perfida Albione, nel tentativo disperato di addossare agli altri come sempre le proprie gravissime colpe…
Veneti, un nuovo otto settembre politico, etico, economico e finanziario è arrivato. Tutto quello che in questi giorni sta accadendo è l’epilogo inglorioso di questo stato artificiale che tante sciagure, disastri e lutti ha causato fin dalla sua nascita, per mano di potenze straniere con la complicità di avventurieri, mercenari e terroristi locali, a tutti i Popoli della penisola e non.
I tentativi per dissimulare la tragica realtà odierna attraverso festeggiamenti per i cosiddetti 150 anni "dell’unità italiana", (le cui spese sono avvolte nel mistero ma di certo superano le decine di milioni di euro) sono falliti. Questo assieme alla colossale montagna di bugie e alle vuote quanto irritanti parole d’ordine che purtroppo ogni Veneto conosce bene, non sono bastate al potere nazional-romano-padano a nascondere l’incolmabile voragine dei conti pubblici e non solo, pur avendo anche tirato in ballo la congiura speculativa internazionale contro l’italia e poteri forti che nell’ombra tramano, per concludere ci mancavano solo le plutodemocrazie e la perfida Albione, nel tentativo disperato di addossare agli altri come sempre le proprie gravissime colpe.
Su questo aspetto più di un anno fà il Veneto Serenissimo Governo era stato chiarissimo con la questione del debito Greco, il problema non è lo stato Ellenico il cui prodotto interno lordo supera di poco quello prodotto alla provincia di Vicenza. A minacciare mortalmente l’euro e la stessa costruzione Europea era ad è il convitato di pietra del contingente Europeo chiamato stato italiano.
La Germania in primis assieme alla Francia e ad altri stati europei hanno intuito la gravità del pericolo che stavano correndo e sono intervenuti attraverso la banca centrale Europea e loro malgrado hanno continuato ad acquistare in massa titoli di stato italiani, sapendo benissimo che questa è una battaglia di retroguardia nel tentativo disperato di contenere una situazione ormai fuori controllo nella pia illusione di tempi migliori e di improbabili risanamenti, vedi la tragicomica pagliacciata del pareggio di bilancio per il 2013.
In questa ottica Roma è stata esautorata da ogni reale potere decisionale ( la storia anche se in altre forme si ripete) lasciando a questo moribondo stato il solo ruolo di gabelliere per riscuotere nuove tasse e nuovi balzelli finché sarà possibile. In questo tsunami finanziario economico e politico il nostro amato Veneto si trova doppiamente colpito: da un parte l’oscena devastazione e depauperamento delle risorse del nostro territorio attuata in questi decenni da uno sviluppo stolto arrogante privo di ogni regola e programmazione per il futuro, che della tradizione Veneta di armoniosa crescita economica che ci avevano tramandato i nostri avi non si è visto neanche l’ombra. Gli introiti di questo caotico modello sono finiti in buona parte a finanziare l’occupazione della nostra Patria. Adesso a noi Veneti rimangono solo i debiti, le macerie e i prezzi sociali di un apparato produttivo che si sta liquefando giorno dopo giorno, quanti morti dobbiamo ancora piangere per coloro che non hanno retto nel vedere il frutto del proprio lavoro e sacrificio sparire per sempre, quante famiglie devastate devono soccombere ancora, quanti lavoratori devono perdere il posto di lavoro, quanti giovani senza futuro e quanto territorio devono ancora distruggere per sostenere ancora lo stato di occupazione del nostro Veneto?
Altro aspetto drammatico che i Veneti devono subire e che non esiste in nessuna parte d’Europa e in buona parte degli stati mondiali, salvo quei paesi sotto influenza coloniale e oltre modo degradati, è la classe dirigente politico, imprenditoriale, burocratica, culturale e sindacale totalmente aliena, non dipende dal colore della fazione politica a cui appartengono, ne tanto meno che sia indigena nata a Venezia, Padova, Treviso, Vicenza ecc…, il loro distacco mentale è abissale dalla storia, tradizione e cultura Veneta. La loro formazione politico culturale è quella giacobina bonapartista e codino risorgimentale, imbevuta di ideologie che nulla hanno a che fare con la nostra tradizione, i risultati di questa cultura prodotta dall’occupazione del nostro Veneto si vedono crescere giorno dopo giorno.
Sig. governatore Luca Zaia da quando è stato eletto attendiamo che lei dica finalmente qualcosa di Veneto vista la gravità della situazione. Nel frattempo il Veneto Serenissimo Governo rammenta e ricorda a lei e alla classe dirigente che cosa vuol dire essere Veneto e che cosa è stato il Veneto:
1- Il Veneto non è di proprietà dello stato italiano ne tanto meno può essere classificato come regione ordinaria di tale stato, il Veneto è Nazione storica d’Europa il cui contributo è stato di grandissima importanza per l’intero continente e Patria primogenita di libertà
2- Il Veneto ha una sua storia che affonda le radici nella notte dei tempi, in tutta Europa, da ovest ad est da nord a sud, si trovano profonde tracce della civiltà dei nostri antenati, la più che millenaria Veneta Serenissima Repubblica ne è la più alta sintesi esempio straordinario di civiltà, tolleranza, libertà, giustizia, saggezza politica, sviluppo, armonia sociale e ambientale. Non è un caso che i 120 Dogi della Repubblica portassero come copricapo distintivo il famoso Corno Dogale già presente all’inizio dell’età del ferro in un immagine detta "Situla di Valé". Il nostro Veneto deve ritrovare quel ruolo che storicamente gli compete collaborando con i fratelli vicini delle Alpi e dell’Adriatico in un grande progetto di confederazione che si tradurrà in un futuro di pace, sviluppo e prosperità per tutti i Popoli, e non relegato a strumento di lavoro per servire 3 Padroni: Berlino, Parigi e Roma.
3- Il Veneto appartiene solo al Veneto Popolo e ai gruppi non Veneti che vivono da secoli all’interno della nostra Patria. Nonostante questo, lo stato occupante ha imposto con la forza di morire in guerre assurde e sempre di aggressione, di emigrare per fame e disperazione, di pagare tasse e tributi altissimi e subire ogni genere di ingiustizie, dato che i governi italiani si dichiarano democratici, nonostante siano pronti senza esitazione a tirar bombe in casa degli altri in nome di tale principio, perché i Veneti non possono decidere liberamente, tramite referendum, se loro vogliono entrare a far parte dello stato italiano o riprendere il cammino artefici del proprio destino sulla strada tracciata dalla Veneta Serenissima Repubblica. Il Veneto Serenissimo Governo questo sacrosanto diritto lo richiede ripetutamente da decenni per sanare anche se con grave ritardo la terribile ferita aperta dal famigerato plebiscito del 1866 che sancì
illegalmente l’annessione delle terre Venete al nascente Regno d’italia.
illegalmente l’annessione delle terre Venete al nascente Regno d’italia.
Tutto questo sig. Governatore lo dovrebbe sapere visto che ufficialmente rappresenta milioni di Veneti a cui si aggiungono quelli ancora più numerosi della diaspora. La storia in questo momento impone scelte vere e decise non più giochetti, piccole polemiche, parole di circostanza, sotterfugi miserrimi di "lotta e di governo" ecc… Si deve sostenere senza esitazioni la possibilità che i Veneti decidano il proprio futuro, non dimentichi che per questo i Patrioti del 9 maggio 1997 hanno pagato pesantemente il loro disinteressato amore per la Veneta Patria. "Prima di tutto il Veneto", questo è stato il suo slogan durante la campagna elettorale, e allora subito il via a questo inalienabile diritto alla libertà di scelta. Governatore Zaia faccia il suo dovere in questo difficilissimo momento, si schieri dalla parte del Veneto e della sua millenaria storia e si pronunci in maniera chiara e decisa per il rifacimento del referendum del 1866.
A dare coraggio e coscienza del ruolo che dovrebbe rappresentare le suggeriamo di leggersi il discorso dell’anziano Doge Leonardo Loredan fatto in un momento tra i più drammatici della nostra storia, una tra le più alte e belle pagine di Patriottismo e amore per la propria Patria e il proprio Popolo mai scritte in ogni epoca.
Chiudiamo con le poche e semplici parole del Popolo di Arquà che nello stesso difficilissimo momento, cacciato dal proprio territorio il vicario imperiale, un rinnegato Padovano, rifiutarono un premio in denaro e chiesero una "Bona letera" che dichiari la loro fedeltà alla Veneta Serenissima Repubblica.
A lei la scelta.
Longarone, 29 agosto ’11
Referendum subito
W San Marco
W la Veneta Serenissima Repubblica
W il Veneto Serenissimo Governo
Il Presidente
della Veneta Serenissima Repubblica
Luigi Massimo Faccia