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Facciamo gettare la maschera al vero due giugno italiano

I festeggiamenti da parte dell’occupante italiano del 2 giugno si sono conclusi, il giorno della demagogia è terminato,  le cavolate sull’italianità e sull’unità d’italia da parte del Presidente Napolitano e dei suoi ascari sono per il momento terminate. I Popoli della penisola sono stanchi di essere occupati e governati da una banda di dissociati che sono ben rappresentati da Napolitano e dal suo governicchio Monti/Badoglio. A questa classe dirigente non interessa  nulla di ciò che avviene alle persone nel quotidiano, non interessa se il destino che  tentano di predisporre per noi ci porterà ad andare in pensione a 68 anni, non interessa se stanno causando una serie di suicidi di stato senza precedenti dovuti al fatto che milioni di persone non riescono ad arrivare a concludere la seconda settimana del mese con il loro stipendio, non interessa altrettanto se stanno depredando lo stato sociale e così non tutelano le possibilità di donne e uomini di costruirsi una famiglia e di dare un futuro dignitoso ai propri figli.


Questi loschi personaggi che senza nessun mandato popolare vogliono governarci e che ovviamente non accettano opposizioni e critiche guadagnano sulla nostra pelle e sul nostro sangue decine di migliaia di euro se non milioni di euro. Questi banditi la devono smettere di opprimerci distruggendo il nostro futuro, chiediamo alla Corte internazionale di Giustizia dell’Aia che incrimini questi personaggi (Presidente della Repubblica italiana e tutti i componenti del Governo Monti) per i continui reati che compiono contro uomini e donne della penisola italiana e per le continue violazioni del diritto internazionale rispetto all’autodeterminazione dei Popoli.
Purtroppo non possiamo aspettarci nulla di buono dal Presidente dello Stato occupante italiano che ha festeggiato la festa della repubblica italiana, infatti tale Giorgio Napolitano nel 1956, all’indomani dell’invasione dei carri armati sovietici a Budapest, si profondeva in elogi ai sovietici. L’Unione Sovietica, infatti, secondo Giorgio Napolitano, sparando con i carri armati sulle folle inermi e facendo fucilare i rivoltosi di Budapest, avrebbe addirittura contribuito a rafforzare la «pace nel mondo». Inoltre sempre Napolitano e i suoi amici nell’aprile del 1975 appoggiò l’avvento dei criminali khmer rossi guidati da Pol Pot. Se questa è l’idea di pace che ha Napolitano, allora possiamo ben capire come, senza nessun rimorso, possa festeggiare ed essere il principale sponsor dei 150 anni dei crimini dell’italia. Tutti i Popoli devono tener presente che è questo il personaggio che guida l’occupazione della penisola.
Dobbiamo alzare la testa rispetto a questi governanti che di fronte alla tragedia del terremoto che ha colpito il nord della penisola italiana e in particolar modo l’Emilia non hanno fatto nulla se non aumentare, come sempre, le accise sui carburanti. Questo Stato sanguisuga deve terminare la sua esistenza e tutti, donne e uomini, devono tornare pienamente in possesso del loro libero arbitrio assumendo gli oneri ed onori che ciò comporta. Basta delegare ai burattinai di turno il proprio destino occorre diventare protagonisti noi stessi della nostra vita e della nostra esistenza, non depredare più l’oggi a discapito delle generazioni future, avere il massimo rispetto per la natura ed il mondo che ci ospita, amare la terra e la natura, e redistribuire in modo più equo le risorse sia materiali che intellettuali.
Gli attuali governanti dell’italia con tutti i sottopoteri che la rappresentano a vario livello sono per lo più dei dissociati che nella vita reale di coloro che lavorano non riuscirebbero a sopravvivere, per questo questi parassiti si sono ricavati dei posti di potere che servono solo a mantenere i loro privilegi e che mai metterebbero in discussione lo status quo attuale, per questo non dobbiamo più delegare ma dobbiamo adoperarci per cambiare la nostra comunità, solo così cambierà il mondo divenendo un insieme di comunità autogestite senza l’intermediazione di infami personaggi che guadagnano milioni e milioni sul nostro lavoro senza far nulla né intellettualmente né materialmente.
Cominciamo a proclamare dei Liberi Territori Veneti sperimentando in queste comunità nascenti un nuovo modo di socialità e condivisione, così da rivendicare vivendo ed agendo nel quotidiano il nostro diritto di donne e uomini all’autodeterminazione.
Longarone, 3 giugno 2012

per il Veneto Serenissimo Governo
il Vicepresidente Demetrio Serraglia




Conseguenze e responsabilità dei terremoti avvenuti in Emilia Romagna

 RADIO NAZIONALE VENETA
La Radio dei Serenissimi che trasmetteva
da Piazza San Marco il 9 maggio 1997
Il Ministro degli Interni
 del Veneto Serenissimo Governo Valerio Serraglia
analizza le conseguenze dei terremoti avvenuti in Emilia Romagna
 individuandone le responsabilità

per ascoltare le trasmissioni collegati al

 link riportato qui sotto:
http://www.radionazionaleveneta.org

http://www.radionazionaleveneta.org/archivio/martedi/120529-terremoto.mp3

Animali colpiti dal terremoto in Emilia Romagna
Radio Nazionale Veneta
radio@radionazionaleveneta.org
www.radionazionaleveneta.org

Veneto Serenissimo Governo
Casella Postale 24 -36022 Cassola (VI)
VENETO
pepiva@libero.it   – kancelliere@katamail.it 
Tel. +39 349 1847544 – +39 340 6613027
www.serenissimogoverno.eu




TOMISLAV NIKOLIC eletto nuovo Presidente della SERBIA

IL Veneto Serenissimo Governo, erede e continuatore della storia, cultura e tradizioni della Veneta Serenissima Repubblica, nell’apprendere l’elezione a Presidente della Serbia di Tomislav Nikolic si congratula per questa vittoria e augura buon lavoro, nell’interesse del popolo Serbo.

Tutti sanno che questo è un periodo di eccezionale gravità:esiste una crisi epocale dell’Europa. Il Veneto Serenissimo Governo, di fronte a tale drammatico contesto è consapevole che soltanto un ricorso ai nostri popoli è la carta decisiva per impedire che  le nostre nazioni siano vassalli dei poteri forti. Il Veneto Serenissimo Governo è convinto che il Presidente Tomislav Nikolic, alla testa
di tutti i patrioti Serbi saprà ricondurre il KOSOVO all’interno della madre patria Serba.

Longarone 22/05/2012
                                                                                              
per il VENETO SERENISSIMO GOVERNO
il Presidente
Luca Peroni

                                                                                                           
il Vicepresidente
Valerio Serraglia




«Noi Serenissimi ancora pronti a difendere la nostra terra»

A 15 ANNI DAL«TANKO» A SAN MARCO. Il veronese membro del «governo» autonomista ricorda l´assalto a Venezia
di Giampaolo Chavan
http://www.larena.it

Andrea Viviani non esclude nuove azioni eclatanti in futuro: «Non c´è niente in programma ma se la situazione si aggrava…»

La premessa: «Per il momento lavoriamo alla luce del sole». L´avvertimento: «Se la situazione dovesse peggiorare, non posso escludere niente. C´è sempre bisogno di gesti eclatanti». Le azioni: «Interferenze nei tg come 15 anni fa? Un altro assalto in piazza San Marco? Per il momento, non c´è niente in programma».
Il ministro della giustizia del Veneto Serenissimo governo, il veronese Andrea Viviani appare combattivo più che mai a 15 anni dal clamoroso assalto sul campanile di San Marco. Nella notte tra l´8 e il 9 maggio del 1997, Viviani insieme all´altro veronese Luca Peroni, Gilberto Buson, Cristian e Flavio Contin, Moreno Menini e Fausto Faccia diedero vita all´azione a Venezia, un blitz di poche ore. All´assalto parteciparono anche lo stratega Luigi Faccia e l´ideologo Giuseppe Segato, morto nel 2006.
Il sogno di sempre di questi indomiti autonomisti è quello di restituire il Veneto ai suoi antichi splendori. «Dobbiamo pensare a difenderci», dice ancora Viviani. E se gli chiedi da cosa, lui decolla con la mente sui grandi temi. «Il capitalismo è fallito» attacca. E continua: «C´è la crisi e molti imprenditori si stanno suicidando. Le prospettive non sono rosee». Poi altro siluro, direzione Roma: «Monti non sta facendo niente per questa crisi economica». Si torna poi di nuovo al nord: «La Lega? Solo tante parole, tanta ideologia». Tutto fumo negli occhi: «Si procura i voti e poi non fa niente. Non c´è mai stato uno Stato centralista come adesso». Il chiodo fisso resta sempre quello: «Il Veneto merita qualcosa di meglio di quello che ci sta offrendo la politica adesso».
E per consolarsi si torna alla notte di 15 anni fa: «Una serata molto emozionante». Venezia di sera è uno spettacolo: «Ma come l´ho vista io è indimenticabile». Si è partiti la sera dell´otto maggio da Padova: «Eravamo molto agitati. La stanchezza iniziava a farsi sentire. Avevamo preparato l´azione da diversi anni». Dieci, per la precisione. Solo per costruire il famoso tanko, il veicolo di guerra utilizzato in Laguna, impiegarono 7, 8 anni. Ora quel mezzo simbolo dell´assalto è stato riscattato all´asta giudiziaria. «L´hanno preso gli altri», dice Viviani. E «gli altri» sta per i padovani ora non più autonomisti. Sono tutti fuori dal Veneto Serenissimo governo. Torna a quella sera Viviani, alla conquista di San Marco. Pochi attimi per realizzare il sogno di una vita. Un blitz trasformatosi poi in un incubo. con l´arrivo delle manette. «No, nessun incubo, era tutto previsto. Eravamo preparati a a tutto anche alle manette, faceva parte del gioco».
Il carcere, pochi mesi, 8 in tutto per una condanna a 4 anni e 4 mesi. Anche gli altri componenti del commando hanno pagato il debito con la giustizia. Pentito? «Non sono assolutamente pentito di ciò che ho fatto, visto poi come sono andate le cose», aggiunge Viviani. E pensare che dopo le vicissitudini giudiziarie, la lotta per l´autonomia del Veneto è continuato alla luce del sole. Con il «Veneto Serenissimo governo per l´autodeterminazione». C´è il presidente Luca Peroni, i ministri di interni, giustizia, esteri e ambiente. E ci sono le richieste sempre tante. Da quel governo, arrivano e mail ai giornali quasi tutte le settimane. E ieri non poteva mancare l´ennesimo comunicato: «In questi 15 anni il Veneto Serenissimo Governo ha continuato l´ attività politica e diplomatica affermandosi come lungimirante guida del processo di autodeterminazione ed autogestione del Popolo Veneto», riporta la nota. E conclude: «Ribelliamoci all´illegale occupante italiano e proclamiamo decine di Liberi Territori Veneti».
Lo slogan resta quello di sempre, il blitz in piazza San Marco un´impresa da scrivere nei libri di storia. Solo, però, per chi aderisce al Veneto serenissimo governo.




15 anni dopo la liberazione di Piazza San Marco i Veneti vogliono l'autodeterminazione

Come sempre ci appelliamo a tutti coloro che amano il Veneto affinché sostengano e collaborino con l’azione del Veneto Serenissimo Governo, perché un Veneto indipendente potrà esserci solo con l’azione diretta di tutte le donne e di tutti gli uomini che credono in un Veneto che non sia soltanto la replica di un’italia in piccolo. Non facciamoci illudere dalla farsa elettorale italiana che è solo un trucco per passare da una schiavitù all’altra.

Ribelliamoci all’illegale occupante italiano e proclamiamo decine di Liberi Territori Veneti

L’otto-nove maggio 1997 un commando della Veneta Serenissima Armata agli ordini del Veneto Serenissimo Governo liberava Piazza San Marco a Venezia ricostituendo la Veneta Serenissima Repubblica. Con questa azione veniva finalmente denunciata a livello internazionale l’illegale occupazione del Veneto da parte dello Stato italiano.
In questi 15 anni il Veneto Serenissimo Governo ha continuato la propria attività politica e diplomatica affermandosi come lungimirante guida del processo di autodeterminazione ed autogestione del Popolo Veneto, arginando tutti gli ascari dello Stato occupante italiano che nascondendosi nel magma venetista hanno tentato e tutt’ora tentano di frenare l’inarrestabile marea di tutti quei veneti che vogliono un Veneto libero, indipendente e sovrano, sganciandosi e rigettando quest’economia che ci sta facendo morire tutti giorno per giorno.
A livello diplomatico il Veneto Serenissimo Governo ha instaurato importanti corrispondenze diplomatiche con diversi Paesi ed organizzazioni internazionali, facendo così avanzare il processo di riconoscimento della legittimità del Popolo Veneto ad esprimersi liberamente a riguardo della propria autodeterminazione.
In questo quindicesimo anniversario della ricostituzione l’otto e nove maggio 1997 della Veneta Serenissima Repubblica a Piazza San Marco a Venezia ricordiamo che nel 2008 sono stati proclamati i Primi Liberi Territori Veneti a Longarone, primo tassello per  ottenere uno Stato Veneto Indipendente basato su libere comunità autogestite.
Come sempre ci appelliamo a tutti coloro che amano il Veneto affinché sostengano e collaborino con l’azione del Veneto Serenissimo Governo, perché un Veneto indipendente potrà esserci solo con l’azione diretta di tutte le donne e di tutti gli uomini che credono in un Veneto che non sia soltanto la replica di un’italia in piccolo. Non facciamoci illudere dalla farsa elettorale italiana che è solo un trucco per passare da una schiavitù all’altra.

Ribelliamoci all’illegale occupante italiano e proclamiamo decine di Liberi Territori Veneti

Longarone, 8 maggio 2012

Il Presidente del Veneto Serenissimo Governo
Luca  Peroni

Il Ministro degli Interni
Valerio Serraglia

Il Ministro della Giustizia
Andrea Viviani

Il Ministro degli Esteri
Demetrio Serraglia

Il Responsabile del Dipartimento Ricerca ed Ambiente
Mario Bonamigo



1° MAGGIO: RIBELLARSI E' GIUSTO

I popoli d’Europa devono trovare nuovi terreni di lotta, e nuovi obiettivi. Questi obiettivi sono l’Autodeterminazione politica e l’Autogestione economica. Ciò, in altre parole significa fine dello sfruttamento del pianeta, con produzioni inutili e fine dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo, attraverso una nuova politica economica. Nuova solidarietà tra tutti i popoli del pianeta, con un riequilibrio dei diritti.

Anche quest’anno arriva il 1°Maggio, crediamo non ci sia niente da festeggiare: tutta l’Europa, e non solo è attraversata da una crisi finale. L’Europa della trilaterale è giunta al capolinea: si tratta di capire e vedere se il passaggio a una nuova società sarà una tragedia caratterizzata da una guerra totale o parziale. E’ evidente che i popoli del Sud Europa, e non solo, non possono essere affamati senza reagire; la trilaterale (poteri economici ) non colpisce soltanto il popolo lavoratore, ma anche la piccola, e media borghesia, e la stessa borghesia nazionale.
La politica monetaria degli U.S.A. e della Germania (stampare carta moneta senza valore) ha dapprima drogato i mercati, e dopo li ha distrutti, aprendo nuovi scenari geopolitici.
I popoli d’Europa devono trovare nuovi terreni di lotta, e nuovi obiettivi. Questi obiettivi sono l’Autodeterminazione politica e l’Autogestione economica. Ciò, in altre parole significa fine dello sfruttamento del pianeta, con produzioni inutili e fine dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo, attraverso una nuova politica economica. Nuova solidarietà tra tutti i popoli del pianeta, con un riequilibrio dei diritti.
Su queste parole d’ordine il Veneto Serenissimo Governo, erede e continuatore della storia, cultura e tradizioni della Veneta Serenissima Repubblica, chiama alla lotta gli sfruttati contro la trilaterale, rappresentata in italia dall’affamatore MARIO MONTI.
                                                                                                     

il Presidente del Veneto Serenissimo Governo
Luca Peroni



Oggi è Yom haAtzmaut, 64 anni con Israele

Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli


Cari amici,

 vi scrivo questa cartolina da Israele, dove accompagno un gruppo organizzato da Informazione Corretta. Oggi è Yom HaZicaron, il giorno del ricordo dei caduti nelle guerre che lo stato di Israele ha dovuto affrontare e delle vittime del terrorismo. Gli uni e gli altri insieme sono stati decine di migliaia nel tempo in cui prima il piccolo e debole insediamento ebraico e poi lo Stato di Israele, progressivamente più solido e ben stabilito ha dovuto affrontare sette guerre, infinite ondate terroriste, attentati, sabotaggi be boicottaggi di tutti i tipi. Solamente in quest’ultimo anno, che è stato abbastanza tranquillo, i morti delle forze di autodifesa e dell’ordine sono stati circa centoventi (http://www.imra.org.il/story.php3?id=56554 ). Può sembrare una piccola cifra, ma bisogna calcolarne l’impatto sulla popolazione, per esempio in proporzione all’Italia bisogna moltiplicare queste cifre per dieci volte. Il cordoglio è profondo, non c’è famiglia che non sia stata colpita direttamente o non conosca qualcuno che lo sia stato.
Alle 8 di sera di ieri, e poi di nuovo oggi alle 11 di mattina poi hanno risuonato a lungo le sirene in tutto il paese: è un attimo di angoscia e di riflessione, le macchine si fermano, tutti si immobilizzano e vivono collettivamente il lutto e il ricordo. Questa sera però sarà già subito Yom haAtzmaut, il giorno dell’indipendenza, e si festeggeranno i 64 anni dello Stato di Israele (secondo il calendario ebraico, la ricorrenza nel calendario occidentale è il 14 maggio). Israele ha ben ragione di felicitarsi, è stata toccata poco o nulla dalla crisi economica che scuote tutto il mondo, ha una scienza, una tecnologia, un’arte, una letteratura in piena fioritura, nonostante i nemici che la circondano e la tiepida alleanza – diciamo così – dell’Occidente, sa di poter contare su ingenti risorse morali e materiali, sull’intelligenza diffusa della sua popolazione e su una direzione politica seria e lungimirante (e proprio per questo sistematicamente diffamata dai nemici di Israele). Che il giorno dell’indipendenza segua subito quello della commemorazione dei caduti e che questo venga appena una settimana dopo quello dedicato al ricordo della Shoà è una decisione saggia e pedagogica del legislatore. Vi è una tradizione religiosa in questo senso.
Le feste ebraiche più liete sono spesso precedute da momenti di tristezza e di lutto: accade per Purim, per Pesach, per Sukkot, che sono introdotte ciascuna da un digiuno o da un momento penitenziale (per Sukkot sono i “giorni terribili” fra Kippur e Rosh haShanà). Ma soprattutto vi è una logica: quel tanto di benessere e di pace di cui dispone Israele oggi è stato conquistato col lutto, col sangue, con la determinazione, con scelte difficilissime. E anche oggi, sullo sfondo delle celebrazioni, sta la minaccia dell’Iran e del terrorismo, la prospettiva di una scelta veramente grave di cui il governo di Israele dovrà farsi carico: se e quando e come prendere l’iniziativa per impedire agli ayatollah di completare quell’arma atomica che stanno costruendo da sempre e che, anche se non usata direttamente sarebbe una terribile copertura per qualunque avventura terroristica e sovvertirebbe i fragili equilibri del Medio Oriente. Io ho fiducia se Israele prenderà la decisione giusta, saprà agire con saggezza e decisione.

Mi sarebbe piaciuto chiudere questa cartolina con la fiducia che ho appena espresso. Ma devo informarvi che se la stragrande maggioranza del popolo israeliano condivide i sentimenti che vi ho detto, vi è una minoranza piccola e screditata, solo pompata dalla stampa occidentale, che anche qui lotta contro Israele insultando i sentimenti della popolazione. Vi cito due episodi, che hanno fatto molto rumore: qualche giorno fa il monumento dei caduti nella valle del Giordano è stato vandalizzato da ignoti, che però hanno scritto i loro graffiti insultanti in caratteri ebraici e dunque molto probabilmente non sono arabi ma estremisti di sinsitra israeliani ( http://www.jpost.com/DiplomacyAndPolitics/Article.aspx?id=266758 ); un’organizzazione di sinistra chiamata “combattenti per la pace” (un evidente ossimoro, ma già Stalin si era inventato i “partigiani della pace”) ha deciso di tenere oggi una contromanifestazione in cui ricordano i terroristi caduti (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/155067#.T5bCkNkm-So ). E’ incredibile come su piccoli gruppi di fanatici il desiderio di autodistruzione possa avere una tale forza ipnotica. Verrebbe voglia di condannare questi fatti all’insignificanza che hanno materialmente in un paese che è massicciamente coinvolto nell’amore e nella difesa del proprio stato. E però è bene sapere queste cose, perché testimoniano del veleno dell’ideologia, mostrano che non vi è limite all’assurdo, in Israele come in Italia. La consolazione è che questi “pacifisti combattenti” non contano niente, che Israele è ben decisa a difendersi e a continuare nel suo progresso. Questo si avverte parlando con le persone, camminando per strada, partecipando alle celebrazioni.

Ugo Volli




25 APRILE

Anche quest’anno ci prepariamo a ricordare il 25 Aprile. Questa data ha due significati importantissimi: l’anniversario di San Marco e la Liberazione dalla canaglia nazifascista e con essa la fine dell’aggressione all’umanità. Tale tragedia mondiale è costata 55 milioni di morti e il tentativo di eliminare il popolo Ebraico (Shoah).

 

Ricordare il percorso della nostra storia significa dare fondamento al nostro popolo.
Se andiamo ad esaminare l’attuale situazione geopolitica, vediamo che nessuna delle ragioni che abbiamo elencato fanno parte di un ricordo passato e sepolto:
1) Il popolo Veneto è ancora sotto occupazione centralcolonialista.
2) I poteri forti che hanno generato il nazifascismo sono integri, e attraverso l’aggressione economica ai popoli, tentano di affamarli e di sottometterli, e renderli schiavi;
3) L’esistenza del popolo Ebraico non è mai stata così in pericolo dal 1945;
4) Per quanto riguarda la guerra, essa non è mai stata così vicina, dai tempi della crisi dei missili a Cuba. Non va mai dimenticato che le guerre generali scoppiano sempre a fronte di una crisi economica.
Alla luce di questo clima abbiamo il compito e il dovere di lottare per contrastare e impedire d’andare incontro alla catastrofe.
E’ dovere dei popoli prendere atto di tutto questo, ed agire di conseguenza, per cercare di costruire un terreno di collaborazione tra le genti e creare un clima di pace, obiettivo che difficilmente si può raggiungere, ma per cui vale la pena di lottare, IERI, OGGI e SEMPRE.
Longarone, 24 aprile 2012

Per il VENETO SERENISSIMO GOVERNO
il portavoce
Valerio Serraglia




Algeria: morto Ben Bella, uno dei padri della patria

Con la morte di Ahmed Ben Bella, scompare il padre dell’Algeria moderna, il primo presidente dopo l’indipendenza dalla Francia. Uomo "coraggioso e pugnace" Ben Bella è stato anche in carcere complessivamente per circa 24 anni.
Il Veneto Serenissimo Governo, erede e continuatore della storia, cultura e tradizioni della Veneta Serenissima Repubblica, esprime il proprio cordoglio alla famiglia di Ben Bella e a tutto il Popolo Algerino per la morte di questo patriota che ha lottato per la libertà del proprio popolo contro l’imperialismo e per l’autogestione, pagando di persona le proprie scelte di libertà.


Carismatico e molto popolare, l’ex presidente nato il 25 dicembre 1916 à Maghnia (nell’ovest del paese) in una famiglia di contadini originari del Marocco, aveva tentato di instaurare in Algeria una sorta di socialismo autogestito, dopo essere giunto al potere nel settembre 1962. Pioniere della lotta anti imperialista, leader di un paese non allineato, Ben Bella si sentiva vicino a grandi leader come il cubano Fidel Castro, l’egiziano Gamal Abdel Nasser, l’indiano Nehru o anche il leader della Cina popolare Mao Ze Dong. Il leader algerino è rimasto però ben poco al potere, pur essendo stato confermato capo dello Stato dalle urne il 16 settembre 1963. A tradirlo è stato il suo amico ministro della Difesa e vicepresidente Houari Boumediene. Ben Bella è stato rovesciato il 19 giugno 1965 e poi incarcerato per oltre 16 anni. I primi anni di carcere sono stati i più duri. Tra il 1965 e il 1969 nessuno poteva rivolgergli la parola e per sentire almeno il suono della propria voce l’ex presidente recitava i versetti del Corano. Secondo il suo entourage, l’obiettivo del regime era di portarlo al suicidio.
Nel 1971 Ben Bella si sposa con una giornalista, Zohra Sellami, adotta due figlie, Mehdia e Noria, e poi un ragazzo semi paralizzato, Alilou, che ora vive in Spagna.
Nel 1980, l’ex presidente viene graziato dal nuovo presidente algerino, Chadli Benjedid, il successore di Boumediene. Fino al 1990 vive in esilio in Francia, paese con il quale i legami rimarranno sempre forti. Torna nel paese natale nel 1999, ed appoggia la politica di riconciliazione nazionale con gli islamisti. Nel 2007, diventa presidente dei ‘Saggi’ dell’Unione Africana (Ua), con il ruolo di prevenire e risolvere eventuali conflitti.
Prima di conoscere il carcere in Algeria, Ben Bella era già stato in prigione per circa otto anni, ai tempi della colonizzazione francese, nonostante avesse combattuto con gli alleati in Italia nella battaglia di Monte Cassino, durante la Seconda guerra mondiale, costata la vita a due suoi fratelli. Di ritorno in Algeria nel 1945, Ben Bella, scioccato dalla repressione coloniale, si era iscritto al partito del popolo algerino, entrando nella resistenza anti francese. Nel novembre 1954 diventa quindi uno dei 22 leader storici del Fronte di Liberazione Nazionale (Fln), due anni dopo finisce di nuovo in prigione, ma viene scarcerato nel 1962 appena firmati gli accordi per l’indipendenza dell’Algeria ad Evian



Auguri di una felice Pasqua di resurrezione e a tutto il Popolo Ebraico Pessach kasher vesameach

Auguro a tutti voi di religione cristiana e alle vostre famiglie, nel Veneto e nel mondo, i migliori auguri di una felice Pasqua di resurrezione e a tutto il Popolo Ebraico Pessach kasher vesameach.

Veneti, il malaffare, le ruberie di stato, la discordia sociale, l’annientamento civile e morale della nostra armoniosa società esempio per secoli di libertà progresso e buon governo, hanno rivelato tutta la sua cruda realtà negli odierni casi di frode ai danni di tutti noi cittadini veneti e non. La nostra gloriosa bandiera, simbolo di libertà e giustizia è stata presa e adoperata a scopo di personali tornaconti  da personaggi che nulla hanno a che fare con le nostre tradizioni politiche e questo non è altro che il  naturale traguardo delle istituzioni impostoci con la forza dall’imperialismo piemontese prima ed italiano poi. Il Veneto Serenissimo Governo, erede e continuatore della storia, cultura e tradizioni della Veneta Serenissima Repubblica fa appello ancora una volta all’unità dei veneti  attorno alla sua insistente azione politica di rifacimento del referendum truffa del 1866 unico atto inderogabile per la rinascita della nostra libertà e soprattutto della nostra dignità.
Auguro a tutti voi di religione cristiana e alle vostre famiglie, nel Veneto e nel mondo, i migliori auguri di una felice Pasqua di resurrezione e a tutto il Popolo Ebraico Pessach kasher vesameach.

 

Il Presidente del Veneto Serenissimo Governo
Luca Peroni