Comunicati

A proposito dei "Serenissimi" arrestati su richiesta della procura della repubblica di Brescia.

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E’ un fatto clamoroso, quanto incredibile.

Ma quale disegno eversivo? Ma quali propositi di lotta armata?

Siamo seri! Programmata una iniziativa "eclatante" per ragioni propagandistiche? Forse!

Ma mi appare ridicolo pensare ad un attacco alla unità dello Stato per ottenere la indipendenza del Lombardo Veneto.

Assurdo, in ogni caso, il ruolo di vertice assegnato a Franco Rocchetta, l’ideologo che ha inventato il "leghismo" nei primi anni ’80.

Io lo ho conosciuto bene, dal momento in cui, quale avvocato, ottenni su ricorso alla Suprema Corte di Cassazione, la presentazione dei candidati alle elezioni europee del 1984 per la "Liga Veneta" da lui fondata contro il Ministero dell’interno che l’aveva respinta.

Insieme, concordammo in seguito un’azione per il lancio del leghismo in tutta Italia, quale fatto politico nuovo alla fine degli anni ’80, avvertendo la crescente crisi etico-politica dello Stato.

A tal fine ci incontrammo alla vigilia delle elezioni politiche generali del 1987 a Mestre assieme a Roberto Gremmo, leader della Lega Piemonte, e Umberto Bossi, fondatore della Lega Lombarda, interessati a presentare un’unica lista di candidati tra i vari movimenti. Io portai l’adesione di tutte le Associazioni dei pensionati d’Italia e di altre formazioni politiche ambientaliste.

L’accordo unitario fu respinto solo dal Gremmo, sicché la Lega Piemonte e la Lega Lombardia, (l’unica poi ad aver conquistato un seggio alla Camera, Leoni, e un seggio al Senato, Bossi) andarono per proprio conto.

Io mi accordai con Rocchetta presentando in tutt’Italia la lista Liga Veneta-Pensionati Uniti, la quale ottenne 300.000 voti senza però conquistare un quoziente pieno per il fatto che nel Collegio migliore-quello di Vicenza il colonnello Amos Spiazzi, legato ai Servizi Segreti, di intesa con il Ministro dell’Interno presentò un’altra lista di disturbo denominata "Veneto federalismo", con un simbolo analogo a quello della Liga Veneta, il leone alato, sottraendo cosi a quest’ultima 18.000 voti e per conseguenza impedendo la conquista di un seggio e la utilizzazione dei resti.

Aderendo a tale iniziativa a carattere nazionale Franco Rocchetta dimostrò di non essere antitaliano.

Insieme a lui ho visitato poi le città della Croazia per ragioni storico-culturali alla ricerca degli stemmi di pietra con il leone di San Marco, che il regime di Tito aveva fatto rimuovere: li scoprimmo ammucchiati nella cripta della Chiesa di San Donato a Zara.

Poi Rocchetta si intese con Umberto Bossi e insieme fondarono la Lega Nord, che di fatto, era stata prospettata nel nostro incontro di Mestre, diventando Presidente nazionale della stessa. Lega che inglobava altre regioni Piemonte, Liguria, Emilia e tutto il Centro Italia: altro che impegno politico limitato al solo Veneto!

Quando divenne vice-Ministro degli Esteri con il governo Berlusconi nel 1994, ci recammo insieme a Gaza, ricevuti dal Presidente palestinese Arafat, con i suoi menbri del Governo, per prospettare iniziative nell’ambito delle sue competenze in materia di cooperazione allo sviluppo per la quale aveva la delega, proprio allo scopo di rafforzare le intese tra l’Italia e tutta la comunità palestinese, anche al fine di facilitare gli auspicati accordi di pace con Israele.

I sentimenti che lo hanno caratterizzato- e ne posso dare altre testimonianze- sono ben espressi nei suoi discorsi in Parlamento e nei suoi numerosissimi articoli apparsi su vari giornali: mai ha auspicato la secessione, limitandosi solo alla esaltazione del ruolo storico, sociale ed economico del Veneto, esaltandone l’identità culturale, la tradizione e il sentimento della "veneticità".

Lo ha mosso e lo muove solo l’orgoglio dell’appartenenza e l’idea di un federalismo diversamente articolato, che veda la fine di quella gravissima inefficienza e corruzione che oggi lo contraddistingue in uno Stato dalle spese inutili e improduttive.

Il suo interesse è stato sempre quello di un regionalismo veneto (in una regione oggi di grandissima crisi economica e sociale), che nell’ambito dello stato federale italiano, si distingua autonomamente, come le altre regioni a statuto speciale. Impegno riconosciutogli in particolare da Massimo Cacciari, che lo conosce bene, anche quale Consigliere Comunale di Venezia, mantenendo con lui i rapporti di grande amicizia e stima.

Tutto ciò non è indipendentismo e tanto meno indulgenza alla violenza, ma una mera battaglia di idee.

Non ho mai conosciuto un uomo più onesto e pacifico di Franco Rocchetta, un signore di stampo antico che ha condotto fermamente e disinteressatamente battaglie sempre correttissime, con grande sacrificio personale ad esaltazione delle tradizionali e antiche idealità spirituali espresse dal Leone di San Marco.

Non è parodia la sua e neppure minaccia.

Altro che eversore! Altro che pericolosità sociale!

Non è stato mai mosso dall’istinto, ma solo dal pensiero e dall’impegno culturale protrattosi senza soluzione di continuità nell’arco di 40 anni.

Ho il serio sospetto, che le indagini in corso e la repressione in atto a suon di manette, sono ispirate da mere finalità politiche, magari legate al preannunciato referendum.

Guai a disturbare i " padroni del potere"; si rischia la libertà!

In ogni caso la decisione presa mi sembra assurda. E’ il caso di dire con il Gozzano: "Quando nel mondo la canaglia impera, la patria degli onesti è la galera".

Mi auguro che la giustizia corregga presto questo suo madornale errore.

STEFANO MENICACCI

N.B. Invitiamo tutti a verificare la biografia di Stefano Menicacci

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