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Islam: gli insegnamenti della storia

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Un anno dopo l’undici settembre 2001 cos’è cambiato nella storia.

 

Un anno dopo l’11 Settembre, dopo infinite discussioni e trasmissioni televisive varie incentrate a spiegarci che cosa sia il vero Islam, ci è parso giusto dire la nostra e vogliamo farlo non accennando a qualche assurdo ideale razzista e nemmeno con lo squallido "liberismo" dei politici che da troppo tempo ha invaso la mentalità della civiltà Europea. Facciamo parlare la storia:  naturalmente avendo alle spalle secoli di storia Veneta, dove la rivalità tra noi Cristiani e il mondo Mussulmano in certi momenti ha avuto risvolti drammatici, crediamo giusto ricordare una delle pagine più gloriose del nostro passato.
Nel 1570 l’isola di Cipro, possedimento Veneto nel Mediterraneo, è investita dall’armata turca che vuole riprendere il controllo di quell’essenziale nodo strategico. Cadute Nicosia e Kyrenia, gli assalitori puntano su Famagosta, protetta da un robusto sistema di fortificazioni e guidata dall’inflessibile volontà del governatore Marcantonio Bragadin. La sproporzione delle forze in campo è schiacciante: 250000 uomini contro solo 7000 difensori, ma la tenacia e l’assoluta fede del governatore nelle istituzioni Venete fece sì che la vittoria dei Turchi risultò molto più difficile e dispendiosa di quanto loro stessi avessero mai previsto. Dopo quasi un anno di assedio, con le relative privazioni, quel coraggio e tenacia dimostrata da tutti gli ufficiali e abitanti dell’isola iniziò a vacillare, alcuni comandanti cominciarono a pensare che forse era arrivato il momento di gettare la spugna e arrendersi al nemico, sperando in un salvacondotto. Mentre il Governatore Bragadin faceva il possibile per convincerli del contrario, e che non ci si poteva fidare dei Turchi, il Vice comandante perugino Baglioni, tradendo la fiducia del Governatore e con l’avvallo del capo del consiglio cittadino, iniziò a pendere contatti con il portavoce del Comandante Turco per firmare una resa, e poter lasciare l’isola incolumi. Bragadin sapeva che se Venezia non era ancora intervenuta in loro aiuto c’era sicuramente un buon motivo, ciò lo aveva scritto anche alla sua famiglia dicendo che per nessun motivo dovevano dare la colpa delle sue sofferenze al Governo Veneto, che sicuramente sapeva della gravità della situazione e avrebbe preso le scelte più opportune. Infatti, Venezia ultimava gli ultimi preparativi per l’offensiva e stava convincendo gli ultimi sovrani d’Europa a stringere un’alleanza contro l’espansionismo Islamico per bloccarlo una volta per tutte. Intanto a Famagosta la situazione era disperata, i viveri erano ormai finiti e il morale a pezzi, in queste circostanze per Bragadin fu impossibile resistere alle istanze dei suoi ufficiali e della popolazione che chiedeva la resa, il comandante Turco dava la sua parola che se avessero consegnato la città senza opporre resistenza avrebbe risparmiato loro la vita lasciandoli partire da Cipro, e cosi dopo estenuanti insistenze Bragadin fu costretto ad arrendersi. Purtroppo la sua malafede nei confronti dei Turchi non poteva essere più azzeccata, e quando i vincitori si accorsero che della città e dei suoi averi non era rimasto più nulla, cominciarono a vendicarsi sulla popolazione, gli ufficiali furono uccisi all’istante e per primo il vice comandante Baglioni secondo la logica che chi tradisce una volta lo può fare una seconda. A Bragadin prima gli tagliarono le orecchie e dopo giorni di indicibili sofferenze lo scuoiarono vivo facendolo morire il più lentamente possibile. Il sacrificio di Bragadin però non fu vano: l’anno perso dai turchi nell’assedio di Famagosta permise alla flotta Veneta e agli alleati Europei di prepararsi per la battaglia finale che si svolse il 7 Ottobre 1571 a Lepanto e vide la schiacciante vittoria cristiana che portò molti anni di pace tra il mondo occidentale e quello Mussulmano, e fu l’inizio del declino dell’espansionismo islamico nel Mediterraneo.
La morale di tutto questo è che per chi manovra l’espansionismo Islamico noi siamo considerati infedeli e come tali non meritiamo nessun rispetto, ricordiamo che nei paesi Mussulmani l’infedele non ha alcun diritto nemmeno il diritto alla difesa nei loro tribunali, qualsiasi promessa loro ci facciano, al momento opportuno, ne siate certi, non ci penseranno due volte a rimangiarsela e scatenarci contro tutto l’odio di cui sono capaci. Per finire, rammentiamo che loro seguono una legge fondamentale nella loro vita, quella della natura, e cioè che il più forte vince e il più debole deve soccombere, dimostriamo di essere più forti e avremo qualche speranza, altrimenti il sacrificio di Marcantonio Bragadin e di tanti altri nostri antenati, sarà servito a poco.

Andrea Viviani
Cancelliere del Veneto Serenissimo Governo