Intervieni con S.Marco
Veneti, oggi abbiamo il dovere di difendere i valori delle nostre comunità, della nostra storia cultura e delle nostre tradizioni.
Sembra ripetitivo continuare a rimarcare questa tesi ma i tempi odierni ce lo impongono, non che in altri periodi questo compito sia stato da trascurare, ma la logica impone che sia così per sempre, e visto il decadimento morale e politico che le nostre comunità attraversano nei tempi attuali in cui siamo occupati dall’italia, bisogna serrare le fila ed essere il più valenti possibile.
Dopo oltre 30 anni di demagogia politica dove i grandi strateghi hanno proposto svariati metodi per liberarsi dal centralismo romano siamo prigionieri, tanto se non più di prima: ci hanno proposto vaghe autonomie, secessioni, devolution, padanie, lombardi veneti, macroregioni, indipendenze, repubbliche del nord, partiti venetisti ecc.. e tutto questo inganno lo hanno potuto configurare attingendo da quel grande carattere che è la voglia di libertà, che i veneti si portano nel loro dna da molte generazioni.
I veneti devono assolutamente prendere in esame questi fatti recenti della nostra storia per trarne le dovute conseguenze e sviluppare un percorso valido ed efficace per ripristinare all’interno del loro territorio la libera potestà delle comunità.
Se i veneti hanno a cuore la libertà e l’autodeterminazione più di qualsiasi altro popolo della penisola italiana, questo lo si deve esclusivamente alla nostra storia che con più di 4000 anni di testimonianza ha fatto si che la sua specificità sia stata il primario tratto distintivo all’interno dei propri territori liberi, sovrani, indipendenti, caratterizzati dal libero arbitrio a partire dalle piccolissime comunità autoctone, per andare poi a difendere ed a contribuire a far sopravvivere le autonomie di popoli in quasi tutto il mediterraneo orientale.
Questa volontà è stata cimentata (istituzionalmente) oggigiorno dalla grande volontà dei veneti nella vittoria schiacciante del referendum per l’autonomia del 2017 e questo, se mai ce ne fosse stato bisogno, non può essere negato.
Se pensiamo a tutti gli studi, convegni, esternazioni, dibattiti ecc.. che il mondo accademico e politico si è imbattuto in questi ultimi 30-40 anni per cercare di presentarci una qualsivoglia forma di simil-federalismo adatto agli standard attuali, bisogna essere realistici ed affermare che se si fa un’analisi storica obiettiva, la strada principale per confrontarci sulle libertà comunitarie, per ricavarne una possibile via interpretativa, questa non può essere che l’esempio ed il modello della Veneta Serenissima Repubblica ed i valori incrociati che esistevano tra lo stato federale e tutte le comunità che costituivano l’intero suo dominio; il loro contraltare possono essere sicuramente gli stati imperiali e le ideologie post illuministiche, con a capo i partiti succubi delle loro segreterie centrali, che tuttora dominano il potere.
Posso dire che la lungimiranza delle istituzioni venete furono facilitate da due importanti fattori intrecciati tra loro e cioè il patriottismo delle genti all’interno dei confini veneti e contemporaneamente la difesa delle leggi e delle istituzioni nell’ordinamento veneto durante i 1100 anni di repubblica.
A questo punto è necessario capire con quali armi si deve combattere la battaglia per l’indipendenza della veneta patria: la prima è essere coscienti che qualsiasi soluzione per un ordine autonomista o federalista lo si può trovare necessariamente nella storia della Veneta Serenissima Repubblica che senza ombra di dubbio è stata l’espressione più evidente nei secoli della libertà e del libero arbitrio concesso ai suoi vari popoli che la componevano, e per questo capro espiatorio e vittima di ostilità ed accanite divergenze da parte degli avidi interessi totalitari imperanti all’interno delle varie casate di potere.
Appurato questo, bisogna trasformarsi senza esitazione alcuna in veri patrioti, validi difensori della nostra storia serenissima, mutando il nostro essere quotidiano impostaci dallo stato occupante creando i presupposti per far rinascere le nostre comunità, facendole diventare dei veri centri autogestiti che uniti formeranno la nuova Veneta Serenissima Repubblica: abbandonando definitivamente tutti quei legami impostatici dalla centralità degli ordinamenti occupanti, figli solo di poteri alieni con lo scopo tangibile oramai agli occhi di tutti della rapina legalizzata di tutte le nostre sostanze.
Patrioti vuol dire prendere una decisione chiara e consapevole di cosa si vuol essere e di come vorremmo tutto quello che ci circonda, dalla società all’ambiente, al rapporto con i nostri vicini e se vogliamo con il mondo intero. Ciò lo si può fare ed avere come è avvenuto per secoli nei nostri territori senza però delegare la nostra partecipazione attiva ad elementi staccati ed avulsi alla nostra storia, referenti a centri di potere lontani e scollegati con la nostra realtà quotidiana; la libertà la possiamo avere soltanto se si decide in maniera chiara e distintiva da che parte stare: o con Il Veneto e la sua plurimillenaria storia o con l’occupante italiano (emanazione di una società e di un’economia antitetica a quella delle piccole patrie che amano la propria libertà e la propria felicità).
Quando avremo capito questo ed avremmo fatto la nostra scelta, saremo pronti a vincere, a ritornare indipendenti a mettere da parte le nostre diversità, ricreando le nostre comunità libere, patriottiche e in simbiosi con il nostro territorio per un futuro più equilibrato e valoroso per tutti.
Dunque, eleggere a guida socio-politica la storia della veneta serenissima repubblica isolando definitivamente la cultura central-colonialista impostaci dallo stato occupante attraverso i suoi vari gretti galoppini territoriali, e prendere una decisione chiara e netta, mutando la nostra apatia verso la cosa pubblica e la società che ci circonda trasformandoci da cittadini avulsi in patrioti connessi con il territorio che ci circonda, influenzandolo in maniera chiara e decisa verso la nostra necessaria e inviolabile indipendenza che per secoli ha illuminato i nostri territori e le nostre genti.
Non ci può essere libertà se non si decide da che parte stare, in modo netto e distintivo senza se e senza ma; la via di mezzo non funziona anzi serve solo per alimentare il potere dei nostri occupanti. L’esempio più indiscutibile se si vuole ricercare nella nostra storia rimane sempre il tragico errore che la classe dirigente della Serenissima ha fatto a fine 700 proclamando una neutralità armata che portò inesorabilmente alla caduta della serenissima repubblica ed inevitabilmente alla perdita del nostro libero arbitrio.
Venezia-Longarone, 18 gennaio 2020
Il Presidente del Veneto Serenissimo Governo
Luca Peroni