Comunicati Rassegna Stampa

«Solo Israele sconfiggerà i fanatici La colpa della guerra è di chi ha blandito Hezbollah»

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INTERVISTA AL LEADER MARONITA ROGER BOU CHAHINE
 
di DIMITRI BUFFA (La Padania- 5 agosto 2006)

 
 
Roma – «Sono anni che chiediamo all’Onu, al mondo e all’Europa di disarmare gli hezbollah altrimenti il Libano non sarà mai libero dai condizionamenti esterni di Teheran e Damasco, ma abbiamo visto trattare i leader sciiti in giro per il mondo come degli statisti e non come dei terroristi.. adesso è facile lamentarsi della guerra e dire che Israele sta esagerando, ma io posso assicurarvi che ci sono centinaia di migliaia di libanesi che si augurano che lo stato ebraico la vinca velocemente questa guerra e ci liberi da hezbollah, e questo con tutto che le bombe di Gerusalemme cadono in testa anche a loro, visto che non sono poi così intelligenti».
Roger Bou Chahine è il rappresentante diplomatico in Italia delle Forze libanesi, il movimento cristiano maronita del Libano che fa capo al leader Samir Geagea, di recente liberato dalle segrete dell’ultimo carcere di massima sicurezza in Beirut gestito direttamente da Damasco. In questa intervista esclusiva Chahine mette bene in chiaro soprattutto una cosa: «se non fosse stato per i terroristi palestinesi e i loro campi profughi a metà negli anni ’70, così come in seguito per gli hezbollah negli anni ’80 e anche oggi, il Libano non sarebbe stato mai un teatro di guerra con Israele e nemmeno uno stato ostile che non lo riconosce, visto che già dal 1954 esistevano trattati di pace, almeno venti anni prima di Camp David».
Il solito errore di credere in un’evoluzione politica di una milizia di guerriglieri e terroristi?
«Non ci sono dubbi. Oggi il mondo raccoglie quello che ha seminato. E questo vale anche per l’America: ha ritenuto di promuovere la democratizzazione dei Fratelli musulmani in Egitto e adesso c’è il rischio di uno stato teocratico e di una rivoluzione che rovesci Mubarak, non ha scoraggiato Hamas in Palestina e vediamo i risultati, e adesso c’è il cancro hezbollah».
E che pensi dell¹intervista di ieri di Kofi Annan ad Al Jazeera in cui proprio Hizbullah viene definito un partito politico e non un movimento terrorista?
«Mi ha fatto la stessa impressione di quella che ebbi anni fa dopo avere constatato l’incredibile approccio allo stesso problema da parte della segreteria di stato vaticana».
Cioè?
«Sei anni fa quando il Papa Woytila andò in Libano, mi ricordo il messaggio del cardinal Silvestrini che parlò di loro a tutto il mondo tramite la radio vaticana come se fossero dei frati francescani del sud del Libano».
Molti però condannano questa guerra di Israele e imputano allo stato ebraico troppe vittime civili.
«Il mio pensiero in materia è questo: non sono d’accordo con progetti improvvisati e condotti con l’istinto senza un vero progetto politico per il dopoguerra che verrà. Sinora questa cosa potrebbe rafforzare politicamente proprio Nasrallah, che ha solo 3 mila miliziani armati, ma dietro di loro almeno 400 mila fanatizzati all’odio pronti a usare le proprie case come deposito di missili».
Ma allora che bisogna fare? Tu stesso dici che tentare di recuperarli alla vita civile fu un errore. Combatterli direttamente, sempre tu, dici che è contro producente. E allora che facciamo? Ce li teniamo così come sono?
«No per niente e sebbene la popolazione libanese oggi sia tutt’altro che amica con Israele per logici motivi, io posso assicurati che ci sono centinaia di migliaia di persone nel Nord e nel Sud del Libano che si augurano essenzialmente due cose. La prima è che la guerra finisca presto, ma la seconda è che hezbollah venga annientata da Israele, perché la paura e che se non ci riescono loro, non sarà certo Chirac o Kofi Annan, ma nemmeno Prodi o D’Alema, a disarmarli».
Insomma ci sono dei libanesi che hanno idee che non condividono per citare il vignettista Altan?
«Sì, esiste questa contraddizione».
Come si può uscire fuori da questo stallo?
«La soluzione l’ha già indicata Olmert e Israele sembra propenso ad accettarla: la sostituzione dell’esercito israeliano nella zona sud del Libano con un esercito internazionale pronto a combattere con hezbollah fino alla consegna delle armi».
Non una missione di pace allora?
«Gli hezbollah non si combattono con il pacifismo ma con la forza. Solo che il popolo libanese vede male quella esercitata da uno stato che lo invade ma ne accetterebbe a braccia aperta una internazionale che lo liberi da questo cancro».
Finirà mai l’odio arabo-islamico contro Israele?
«Chiaramente questa guerra lo ha rinfocolato per qualche altra generazione, ma il Libano nello specifico è stato l’unico paese del medio oriente ad avere accettato la convivenza con Gerusalemme sin dal 1954, dopo avere partecipato alla guerra del 1948. Poi noi ce ne saremmo stati tutti in pace a farci i fatti nostri se non ci fosse stata l’invasione dei profughi e dei terroristi di Arafat nel sud nel Libano a partire dalla prima metà anni degli anni ’70 dopo la loro cacciata dalla Giordania in seguito ai fatti del famoso settembre nero del 1970. Da quel momento ci hanno costretto prima loro, e poi gli hezbollah, a subire le conseguenze di una guerra contro quello che loro consideravano il loro nemico, Israele, ma che non era il nostro. Siccome però loro stavano sul nostro territorio noi ci prendevamo le bombe degli uni e degli altri. Questo il mondo deve capire se veramente ama il Libano».
E i paesi arabi moderati?
«Dimostrino di esserlo veramente anche a livello ufficiale e non continuino con questa diplomazia sottobanco con Gerusalemme, per cui i leader parlano con accenti anti semiti quando si trovano in Arabia Saudita, Giordania o Egitto e con toni occidentali quando stanno all’Onu o nelle riunioni come quella di Roma. L’esempio che le masse recepiscono è quello ufficiale e non ipocrita dei loro rais. I popoli arabi sono stanchi di un medio oriente in guerra solo perché l’ideologia islamista e il terrorismo islamico vogliono cancellare Israele dalla carta geografica… e magari sognano l’islamizzazione anche dei cosiddetti paesi crociati… D’altronde noi delle forze libanesi come è noto siamo cristiano maroniti, e ci prendiamo anche noi le bombe di Israele pur non approvando neanche un millimetro di quelle nefande ideologie di fanatismo religioso».