
Di fronte ai fossati che intere classi sociali di nuovi ricchi hanno scavato e continuano a scavare di fronte agli altri membri della società, mai sazi di guadagni, protetti da leggi inique, fatte dai loro amici parlamentari (di qualsiasi colore) a loro uso e consumo; di fronte a intere classi sociali che faticano sempre più a garantire ai propri membri (piccoli figli, giovani che studiano, anziani con problemi) una vita dignitosa, senza cadere nella disperazione di un domani incerto e di un quotidiano, progressivo degrado; di fronte a interi gruppi di persone rivestite di responsabilità pubbliche (non solo politiche) che sembrano aver fatto il voto «Non vedo, non sento, non parlo», muta di miserabili collaborazionisti che temono di perdere dalla bocca l’osso di qualche aiuto finanziario e la fetta di potere che hanno elemosinato dai loro padroni; di fronte a questo e a molto altro, bisogna pur che qualcuno alzi la voce per gridare l’indignazione delle coscienze!
Da cittadini, quali siamo, i partiti e le lobby dei vari potentati lavorano subdolamente per trasformarci in sudditi; nella misura in cui agiscono senza etica sociale, corrompono quanti ad essi si aggregano, e impongono un’adesione incondizionata alle visioni ideologiche e persino agli interessi personali dei dirigenti. Il popolo dice una cosa, ed essi ne fanno un’altra. Da strumenti al servizio delle Istituzioni, si sono fatti pesanti manipolatori delle Istituzioni. Considerano normale imporre tasse per mantenere la propria classe dirigente. Se un onesto lavoratore sbaglia una virgola nella Babele burocratica, le multe sono pronte e le porte del carcere subito aperte; per loro, invece, anche se saccheggiano la finanza pubblica e privata o immondano le strade delle città, non si compiono (quando siano) che processi farsa.
Attenzione: anche se c’è qualche confratello che tace per ingenuo romanticismo o perché anche lui corrotto, resta pur vero che Cristo parla di beatitudini, ma non tralascia le maledizioni (sì, proprio questa parola). E’ scritto, infatti, nel vangelo di Luca: «Razza di vipere, chi vi ha insegnato a sfuggire all’ira imminente?» (3, 7) e «Guai a voi ricchi, guai a voi che ora siete sazi, guai a voi che ora ridete» (Luca 6, 24-26). Ed è scritto molto altro.
L’ira dei poveri, degli ingiustamente poveri, è santa, come quella di Cristo nel tempio! Chi, pertanto suscita quest’ira non venga in chiesa a mettersi in mostra nei primi banchi; Cristo e la Chiesa non hanno bisogno di commedianti, si accontentino di qualche palco al teatro o al casinò! Non venite in chiesa, via, al largo, voi che prendete in giro i poveri!