Comunicati Ufficio Affari Esteri

Il vero volto del regime cinese oltre la "vetrina" olimpica

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…Durante lo svolgimento delle gare, i parchi della capitale destinati alle dimostrazioni di protesta sono rimasti rigorosamente vuoti perché le 77 richieste di autorizzazione sono state respinte dalle autorità preposte. Sono inesorabilmente proseguiti intimidazioni ed abusi contro i giornalisti. Dissidenti, attivisti ed esponenti religiosi (soprattutto cristiani) minacciati, percossi o arrestati….

 


Prima che iniziasse la cerimonia di chiusura dei giochi olimpici di Pechino, agenti della polizia cinese sono penetrati nella Chiesa dove Mons. Giulio Jia Zhiguo, 73 anni incarcerato dal 1963 al 1978, arrestato e rilasciato per 11 volte e sotto vigilanza dal 1989, stava celebrando la messa e, senza fornire spiegazioni, lo hanno arrestato.
Durante lo svolgimento delle gare, i parchi della capitale destinati alle dimostrazioni di protesta sono rimasti rigorosamente vuoti perché le 77 richieste di autorizzazione sono state respinte dalle autorità preposte. Sono inesorabilmente proseguiti intimidazioni ed abusi contro i giornalisti. Dissidenti, attivisti ed esponenti religiosi (soprattutto cristiani) minacciati, percossi o arrestati.
Dulcis in fundo, il premier nepalese Parachanda, presente alla cerimonia conclusiva, ha assicurato ai despoti cinesi che nel suo paese non saranno tollerati “movimenti o dimostrazioni contro la Cina”, evidente allusione alle attività in favore del Tibet.
Davanti a questo panorama vergognoso nessuna presa di posizione ferma da parte delle varie diplomazie, le stesse impegnate a condannare l’azione militare russa nell’Ossezia del Sud a difesa del diritto di autodeterminazione di un popolo, anche nei termini di mancato rispetto della cosiddetta tregua olimpica. Tregua che, evidentemente, non vale per la cricca al potere in Cina. Suonano ridicole ed offensive anche le affermazioni di taluni atleti, pure italiani, che, messi al sicuro medaglie e introiti vari degli sponsor, si sono precipitati a ricordare al mondo che “è giunto il momento di fare qualcosa per i diritti umani in Cina”.
I veri uomini liberi riflettano sui comportamenti di queste persone, sugli stati di cui sono cittadine e sulle organizzazioni sportive di cui fanno parte, perché esse e gli stessi stati ed organizzazioni sono definitivamente compromessi con il potere cinese e le sue azioni.
 

Longarone, 25 agosto ’08.
Il responsabile Dip. lotta contro l’integralismo
Andrea Bonesso