…è nostro dovere costruire strumenti di unità per essere in grado di far fronte ai compiti storici che dobbiamo affrontare.
Noi crediamo che l’assemblea Veneta possa svolgere questo positivo compito.
Questa strada è uno sforzo che il Veneto Serenissimo Governo ha intrapreso da ben 13 anni, con alterne fortune, ma la strada è quella a prescindere dalle difficoltà e dagli ostacoli.
Il Veneto Serenissimo Governo non intende sottrarsi alle proprie responsabilità né intende mascherare il proprio lavoro, perchè questo sarebbe codardia.
Il Veneto Serenissimo Governo si è assunto la tremenda responsabilità di proclamarsi erede e continuatore della storia della cultura e delle tradizioni della Veneta Serenissima Repubblica, e ne è stato sempre conseguente…
Noi crediamo che l’assemblea Veneta possa svolgere questo positivo compito.
Questa strada è uno sforzo che il Veneto Serenissimo Governo ha intrapreso da ben 13 anni, con alterne fortune, ma la strada è quella a prescindere dalle difficoltà e dagli ostacoli.
Il Veneto Serenissimo Governo non intende sottrarsi alle proprie responsabilità né intende mascherare il proprio lavoro, perchè questo sarebbe codardia.
Il Veneto Serenissimo Governo si è assunto la tremenda responsabilità di proclamarsi erede e continuatore della storia della cultura e delle tradizioni della Veneta Serenissima Repubblica, e ne è stato sempre conseguente…
Nel salutare con piacere questa importante riunione che, se vittoriosa, potrebbe essere fondamentale per il processo indipendentista Veneto, noi crediamo, noi vogliamo vincere questa battaglia non per il Veneto Serenissimo Governo ma per il Popolo Veneto, il nostro Popolo, e lavoreremo con la massima determinazione, nonostante le possibili difficoltà, sappiamo che la strada sarà lunga e lastricata da battaglie perse. Questo non ci porterà ad arrenderci ma in base ad una analisi scientifica, avendo il materialismo storico e dialettico come guida, sapremo trasformare ogni parziale sconfitta in un esperienza positiva. Sostanzialmente possiamo considerarci degli esteti nella definizione di Ugo Spirito.
Tralasciando gli aspetti filosofici possiamo entrare rapidamente nella materia della nostra riunione.
Ormai è chiaro a tutti, anche ai più scettici, che la tenuta dello Stato Italiano sta cedendo nella sua forma indicata dalla costituzione e dalla stessa formazione dello Stato Italiano. Quindi sia ad una attenta analisi, sia anche ad una superficiale, l’elemento oggettivo è la crisi inevitabile e devastante, ma tutto ciò non è di per sé sufficiente per raggiungere la nostra indipendenza. Lo Stato Italiano potrebbe trovare altri escamotages per sopravvivere come è già successo in altri momenti storici, vedi la svolta di Salerno voluto dal duo Stalin-Togliatti, vedi quanto avvenuto nei primi anni 90 con il duo Berlusconi-Bossi. Cosa è venuto a mancare in quei frangenti storici? E’ mancato l’elemento soggettivo, cioè la capacità di essere presenti in maniera organizzata e disciplinata come elemento guida del processo rivoluzionario; la mancanza di una guida certa e sicura ha portato i traditori a vendersi e tradire, sbarrando la strada al Popolo. Noi non possiamo prescindere da tutto questo. Queste esperienze storiche vanno attentamente valutate e analizzate, affinché tutto ciò non possa ripetersi. Dobbiamo porsi una domanda: CHE FARE?
L’indipendenza del Veneto, perché è di questo che stiamo parlando, si può ottenere in due modi:
1. con la lotta armata, ma questa strada è troppo dolorosa e deve essere l’ultima opzione cui ci costringerà il nemico.
2. Riottenere il referendum del 1866 il quale è universalmente ritenuto illegittimo.Non va mai dimenticato che quel referendum ce lo siamo conquistato con il sangue del nostro Popolo, a Custoza a Sodowa e a Lissa, dove al grido di “San Marco!” abbiamo sconfitto gli imperialisti del regno di Sardegna ed i loro mercenari. Cosa è successo tra gli accordi diplomatici di Parigi dell’aprile 1866, che prevedevano il passaggio del Veneto senza condizioni al regno di Sardegna, e la pace di Vienna che esplicitamente imponeva il referendum dando la parola al nostra Popolo, e fosse il Popolo Veneto a decidere il proprio destino: (come lo decise sui campi di battaglia di Custoza, Sodowa, Lissa)?
Ciò detto è nostro dovere costruire strumenti di unità per essere in grado di far fronte ai compiti storici che dobbiamo affrontare.
Noi crediamo che l’assemblea Veneta possa svolgere questo positivo compito.
Questa strada è uno sforzo che il Veneto Serenissimo Governo ha intrapreso da ben 13 anni, con alterne fortune, ma la strada è quella a prescindere dalle difficoltà e dagli ostacoli.
Il Veneto Serenissimo Governo non intende sottrarsi alle proprie responsabilità né intende mascherare il proprio lavoro, perchè questo sarebbe codardia.
Il Veneto Serenissimo Governo si è assunto la tremenda responsabilità di proclamarsi erede e continuatore della storia della cultura e delle tradizioni della Veneta Serenissima Repubblica, e ne è stato sempre conseguente. Questo è avvenuto nel 1987 alla costituzione del Veneto Serenissimo Governo. In un momento particolare, quando la Liga Veneta era sotto scacco della mafia, la quale stava usando la Liga Veneta per propri fini politici istituzionali. In quel frangente un pugno di indomiti patrioti ha sollevato la bandiera di San Marco impedendo che si spezzasse il filo rosso che univa e ci unisce alla Veneta Serenissima Repubblica. Ricordiamo che la resistenza del Popolo Veneto al potere dell’occupante dopo il 1797 è stata una costante: dalle Pasque Veronesi alla Repubblica Veneta di Manin del 1848-49, nelle battaglie della guerra del 1866 in cui i militari e marinai Veneti umiliarono l’esercito e la marina italiana, alla Resistenza all’occupazione nazi-fascista del 1943-45 (quando le autorità italiane consegnarono la provincia di Belluno al Terzo Reich), alla costituzione della Liga Veneta (convegno di Feltre), alla fondazione del Veneto Serenissimo Governo nel 1987, per arrivare alla liberazione di Piazza San Marco del 1997 e la Proclamazione dei primi Liberi Territori Veneti del 20 luglio 2008. Vogliamo ulteriormente sottolineare che l’attaccamento patriottico per la Serenissima e le sue istituzioni è sempre stato degnamente personificato da persone comuni, che con i loro gesti si sono erti ad eroi da imitare e ricordare: importanti e significativi esempi di ciò sono la Lega di Cambrai, quando tutta l’Europa era contro la Veneta Serenissima Repubblica (in cui la forza del Popolo Marciano fece resistere la Repubblica dalla guerra scatenata contro di essa dagli Stati di mezza Europa); a Famagosta dove donne e uomini Veneti con i loro alleati combatterono fino all’ultimo per la difesa della propria libertà contro la sopraffazione; a Lepanto dove la Serenissima ha guidato alla vittoria le forze cattoliche contro l’espansionismo ottomano, ma ciò non sarebbe stato possibile se migliaia di persone, di ogni ceto, provenienti dalle vallate venete non fossero liberamente approdate in laguna per imbarcarsi alla volta delle coste greche
Tutti i Veneti e particolarmente i patrioti che si sono successivamente aggiunti alla lotta per l’autodeterminazione, devono essere grati di quanto proclamato nel 1987; questo atto rimarrà indelebile nel processo indipendentista della Veneta Patria, superiore alla stessa liberazione di piazza San Marco del Maggio 1997. Senza il Veneto Serenissimo Governo non ci sarebbe stato nessuna liberazione e la Lega Nord avrebbe tentato di egemonizzare la lotta del Popolo Veneto e non solo ai propri fini politici. Il Veneto Serenissimo Governo è riuscito sia sul piano militare ma soprattutto sul piano politico a creare una linea di demarcazione tra le nostre aspirazione e gli ascari di Varese.
Forse il Veneto Serenissimo Governo non è riuscito a catalizzare il mondo venetista e costruire un processo di unità e di alleanze, per una serie di ragioni che dovranno essere analizzate.
Crediamo che nessuno né qua, né altrove possa negare che il Veneto Serenissimo G
overno abbia elaborato obbiettivi, strategie, tattiche, linee politiche; nessuna altra forza politica Veneta è stata in grado di sfiorare questi i fatti ed elaborazioni politiche: Veneta costituzione, piano economico, referendum 1866, memorandum per la liberazione della Veneta Patria, autogestione, patriottismo, Longarone capitale, liberi territori veneti, e potrei continuare. Senza dimenticare la politica estera e i nostri rapporti con Paesi stranieri, con ex presidenti della repubblica, primi ministri, ambasciatori, diplomatici, senza tralasciare i movimenti patriottici di molti Paesi. Abbiamo interlocutori con tutte le organizzazioni internazionali che possono essere collegate ad il processo di autodeterminazione della nostra patria.
Il processo indipendentista deve essere in grado di articolare la sua tattica e strategia a 360 gradi. E questo è quanto abbiamo tentato di fare con tutto le nostre forze e capacita.
Tutto questo patrimonio è a disposizione del nostro Popolo e della sua volontà e desiderio di una vita che meriti di essere vissuta libera e sociale.
Tralasciando gli aspetti filosofici possiamo entrare rapidamente nella materia della nostra riunione.
Ormai è chiaro a tutti, anche ai più scettici, che la tenuta dello Stato Italiano sta cedendo nella sua forma indicata dalla costituzione e dalla stessa formazione dello Stato Italiano. Quindi sia ad una attenta analisi, sia anche ad una superficiale, l’elemento oggettivo è la crisi inevitabile e devastante, ma tutto ciò non è di per sé sufficiente per raggiungere la nostra indipendenza. Lo Stato Italiano potrebbe trovare altri escamotages per sopravvivere come è già successo in altri momenti storici, vedi la svolta di Salerno voluto dal duo Stalin-Togliatti, vedi quanto avvenuto nei primi anni 90 con il duo Berlusconi-Bossi. Cosa è venuto a mancare in quei frangenti storici? E’ mancato l’elemento soggettivo, cioè la capacità di essere presenti in maniera organizzata e disciplinata come elemento guida del processo rivoluzionario; la mancanza di una guida certa e sicura ha portato i traditori a vendersi e tradire, sbarrando la strada al Popolo. Noi non possiamo prescindere da tutto questo. Queste esperienze storiche vanno attentamente valutate e analizzate, affinché tutto ciò non possa ripetersi. Dobbiamo porsi una domanda: CHE FARE?
L’indipendenza del Veneto, perché è di questo che stiamo parlando, si può ottenere in due modi:
1. con la lotta armata, ma questa strada è troppo dolorosa e deve essere l’ultima opzione cui ci costringerà il nemico.
2. Riottenere il referendum del 1866 il quale è universalmente ritenuto illegittimo.Non va mai dimenticato che quel referendum ce lo siamo conquistato con il sangue del nostro Popolo, a Custoza a Sodowa e a Lissa, dove al grido di “San Marco!” abbiamo sconfitto gli imperialisti del regno di Sardegna ed i loro mercenari. Cosa è successo tra gli accordi diplomatici di Parigi dell’aprile 1866, che prevedevano il passaggio del Veneto senza condizioni al regno di Sardegna, e la pace di Vienna che esplicitamente imponeva il referendum dando la parola al nostra Popolo, e fosse il Popolo Veneto a decidere il proprio destino: (come lo decise sui campi di battaglia di Custoza, Sodowa, Lissa)?
Ciò detto è nostro dovere costruire strumenti di unità per essere in grado di far fronte ai compiti storici che dobbiamo affrontare.
Noi crediamo che l’assemblea Veneta possa svolgere questo positivo compito.
Questa strada è uno sforzo che il Veneto Serenissimo Governo ha intrapreso da ben 13 anni, con alterne fortune, ma la strada è quella a prescindere dalle difficoltà e dagli ostacoli.
Il Veneto Serenissimo Governo non intende sottrarsi alle proprie responsabilità né intende mascherare il proprio lavoro, perchè questo sarebbe codardia.
Il Veneto Serenissimo Governo si è assunto la tremenda responsabilità di proclamarsi erede e continuatore della storia della cultura e delle tradizioni della Veneta Serenissima Repubblica, e ne è stato sempre conseguente. Questo è avvenuto nel 1987 alla costituzione del Veneto Serenissimo Governo. In un momento particolare, quando la Liga Veneta era sotto scacco della mafia, la quale stava usando la Liga Veneta per propri fini politici istituzionali. In quel frangente un pugno di indomiti patrioti ha sollevato la bandiera di San Marco impedendo che si spezzasse il filo rosso che univa e ci unisce alla Veneta Serenissima Repubblica. Ricordiamo che la resistenza del Popolo Veneto al potere dell’occupante dopo il 1797 è stata una costante: dalle Pasque Veronesi alla Repubblica Veneta di Manin del 1848-49, nelle battaglie della guerra del 1866 in cui i militari e marinai Veneti umiliarono l’esercito e la marina italiana, alla Resistenza all’occupazione nazi-fascista del 1943-45 (quando le autorità italiane consegnarono la provincia di Belluno al Terzo Reich), alla costituzione della Liga Veneta (convegno di Feltre), alla fondazione del Veneto Serenissimo Governo nel 1987, per arrivare alla liberazione di Piazza San Marco del 1997 e la Proclamazione dei primi Liberi Territori Veneti del 20 luglio 2008. Vogliamo ulteriormente sottolineare che l’attaccamento patriottico per la Serenissima e le sue istituzioni è sempre stato degnamente personificato da persone comuni, che con i loro gesti si sono erti ad eroi da imitare e ricordare: importanti e significativi esempi di ciò sono la Lega di Cambrai, quando tutta l’Europa era contro la Veneta Serenissima Repubblica (in cui la forza del Popolo Marciano fece resistere la Repubblica dalla guerra scatenata contro di essa dagli Stati di mezza Europa); a Famagosta dove donne e uomini Veneti con i loro alleati combatterono fino all’ultimo per la difesa della propria libertà contro la sopraffazione; a Lepanto dove la Serenissima ha guidato alla vittoria le forze cattoliche contro l’espansionismo ottomano, ma ciò non sarebbe stato possibile se migliaia di persone, di ogni ceto, provenienti dalle vallate venete non fossero liberamente approdate in laguna per imbarcarsi alla volta delle coste greche
Tutti i Veneti e particolarmente i patrioti che si sono successivamente aggiunti alla lotta per l’autodeterminazione, devono essere grati di quanto proclamato nel 1987; questo atto rimarrà indelebile nel processo indipendentista della Veneta Patria, superiore alla stessa liberazione di piazza San Marco del Maggio 1997. Senza il Veneto Serenissimo Governo non ci sarebbe stato nessuna liberazione e la Lega Nord avrebbe tentato di egemonizzare la lotta del Popolo Veneto e non solo ai propri fini politici. Il Veneto Serenissimo Governo è riuscito sia sul piano militare ma soprattutto sul piano politico a creare una linea di demarcazione tra le nostre aspirazione e gli ascari di Varese.
Forse il Veneto Serenissimo Governo non è riuscito a catalizzare il mondo venetista e costruire un processo di unità e di alleanze, per una serie di ragioni che dovranno essere analizzate.
Crediamo che nessuno né qua, né altrove possa negare che il Veneto Serenissimo G
overno abbia elaborato obbiettivi, strategie, tattiche, linee politiche; nessuna altra forza politica Veneta è stata in grado di sfiorare questi i fatti ed elaborazioni politiche: Veneta costituzione, piano economico, referendum 1866, memorandum per la liberazione della Veneta Patria, autogestione, patriottismo, Longarone capitale, liberi territori veneti, e potrei continuare. Senza dimenticare la politica estera e i nostri rapporti con Paesi stranieri, con ex presidenti della repubblica, primi ministri, ambasciatori, diplomatici, senza tralasciare i movimenti patriottici di molti Paesi. Abbiamo interlocutori con tutte le organizzazioni internazionali che possono essere collegate ad il processo di autodeterminazione della nostra patria.
Il processo indipendentista deve essere in grado di articolare la sua tattica e strategia a 360 gradi. E questo è quanto abbiamo tentato di fare con tutto le nostre forze e capacita.
Tutto questo patrimonio è a disposizione del nostro Popolo e della sua volontà e desiderio di una vita che meriti di essere vissuta libera e sociale.
VIVA LA VENETA SERENISSIMA REPUBLICA
ABBASSO I CENTRAL COLONIALISTI
ABBASSO I CENTRAL COLONIALISTI
Per il Veneto Serenissimo Governo
Il Vicepresidente Vicario Plenipotenziario
Valerio Serraglia
Il Vicepresidente Vicario Plenipotenziario
Valerio Serraglia