…la storia contemporanea ci insegna che gli Stati fantoccio, con nessuna base unitaria (né linguistica, né di religione, né di storia e tradizioni comuni), non possono sussistere al peso delle loro contraddizioni, perché la loro fine è presente fino dalla loro nascita come stati nazionali…


L’Afghanistan può diventare un nuovo Viet-Nam? È questa la domanda che ad ogni morte di militari occidentali ci facciamo. Sì può diventarlo, perché alle strategie militari vanno affiancate dello opportune analisi ed operazioni politiche.
Il terrorismo internazionale nella sua deriva islamista va combattuto, ed è un bene l’intervento della Coalizione antiterrorismo in Afghanistan ed Irak. Un male, però, è aver appoggiato e sostenuto i criminali come Karzai, che ricordiamo fu ambasciatore dei talebani alle Nazioni Unite. Indispensabile per una corretta stabilizzazione dell’area è l’analisi geopolitica, con tutte le sfaccettature tribali che caratterizzano sia l’Afghanistan che l’Irak. Quello afgano è uno Stato fantoccio frutto del colonialismo britannico e dei conflitti d’area che hanno visto protagonista anche la Russia; sempre frutto delle lotte egemoniche coloniali è la nascita dell’Irak.
Non c’è nulla unitario in quelle zone, bisogna dare il libero arbitrio alle popolazioni e alle comunità che vivono in quelle terre, bisogna sostenere quei gruppi che vogliono uscire dall’oscurantismo islamista e vogliono portare la loro Popolo ad essere attore del XXI secolo alla pari degli altri Popoli del globo.
Per ragionare sulla pacificazione dell’Afghanistan ogni nostro ragionamento deve partire dalle comunità che vivono in quella zona pashtun, tagiki, hazara, uzbeki, kirghizi, turkmeni, baluci, nur e aimaq; lo stesso vale per l’Irak il quale è diviso tra sciiti, sunniti e curdi.
Non possiamo avere l’arroganza di esportare la democrazia, anche perché vogliamo prima di tutto verificare che essa da noi realmente esista, però possiamo auspicarci che il principio di autodeterminazione dei Popoli venga applicato e preteso dalle comunità nazionali e religiose che popolano l’Afghanistan e l’Irak.
Come Veneto Serenissimo Governo, per quanto riguarda l’Afghanistan, abbiamo da sempre appoggiato l’azione politica e militare del comandante Massud e dei suoi eredi politici, sostenendo che il vero vincitore delle elezioni presidenziali Afgane sia il Dr. Abdullah Abdullah, e tutt’ora siamo scandalizzatati dal fatto che la comunità internazionale non dica nulla, o addirittura approvi, il fatto che l’usurpatore Karzai stia iniziando a trattare con i terroristi talebani. A fronte di ciò ci domandiamo a cosa siano serviti tutti quei militari morti, e con che coraggio i politicanti partecipino ai funerali dei nostri ragazzi, mandati a morire solo per avere qualche morto da portare alle conferenze internazionali. Con il terrorismo non si tratta! Sia che sia di Stato (vedi il governo iraniano), sia che provenga da organizzazioni pseudo-statali (talebani, hezbollah, hamas, corti islamiche).
Mentre, è rivelatrice la situazione irakena di come sia corretta una strategia basata sull’autodeterminazione dei Popoli e sul libero arbitrio: oggettivamente l’Irak è già diviso in tre zone e de facto siamo di fronte ad una confederazione, senza questa soluzione ci sarebbe una guerra intestina all’Irak.
In conclusione la storia contemporanea ci insegna che gli Stati fantoccio, con nessuna base unitaria (né linguistica, né di religione, né di storia e tradizioni comuni), non possono sussistere al peso delle loro contraddizioni, perché la loro fine è presente fino dalla loro nascita come stati nazionali.
Il destino del mondo che stiamo vivendo è quello di ridare il libero arbitrio a tutti i Popoli del mondo, altrimenti ci troveremo a commentare ed analizzare un continuo susseguirsi di guerre locali con ripercussioni globali.
Longarone, 23 ottobre ’10
Per il Veneto Serenissimo Governo
Il Ministro degli Esteri
Demetrio Serraglia
Il Ministro degli Esteri
Demetrio Serraglia