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Non andiamo a votare, non diveniamo complici dei crimini italiani!

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l 25 settembre si celebra il rito più caro ai partiti italiani: le elezioni. Vuoto rituale, perché le elezioni italiane non portano cambiamenti ma solo spartizione del potere: prebende e vitalizi da distribuire tra chi partecipa alla grande farsa del circo elettorale italiano.

Mai nessuno dei movimenti che sono “entrati” a Roma è riuscito a cambiare nulla, tutti sono stati fagocitati dal sistema: digeriti e corrotti dall’italia. I partiti e movimenti cambiano ma le sirene del potere continuano a chiamare “rivoluzionari” e a trasformarli nei più strenui difensori del sistema romano, poco importa che questi fossero i fascisti, i comunisti, i leghisti o i grillini, hanno fatto tutti la stessa fine.

Le elezioni italiane non cambiano nulla, cambiano solo la lobby che comanda: i sudditi sono sempre gli stessi. Occorre notare, anche, che queste elezioni sono illegali, ed i risultati risulteranno nulli, in quanto indette in violazione degli accordi tra italia e unione comunità ebraiche. Ma ormai, in questi anni recenti, i governanti italiani ci hanno insegnato che è consuetudine violare le norme che essi stessi si danno.

Per noi Veneti accettare il gioco elettorale ha un significato profondo: significa accettare l’occupazione italiana che si perpetua dall’illegale plebiscito del 1866. Impensabile, inoltre, avvallare il parlamento che ha oggettivamente appoggiato la sospensione della democrazia di questi ultimi 2 anni e mezzo.

Non dimentichiamo che nel 2017 noi Veneti, con una netta vittoria referendaria, abbiamo rivendicato la nostra autonomia, abbiamo votato perché vogliamo rivedere, se non anche revocare, la nostra partecipazione allo Stato italiano.

In ogni caso noi Veneti non possiamo essere complici dei crimini italiani che si sono commessi da quando siamo stati occupati dell’italia. Noi subiamo l’occupazione italiana: chi siede nel parlamento di Roma non è un Veneto ma un italiano prezzolato.

Queste elezioni sono l’occasione per riaffermare la vittoria Referendaria del 2017, per affermare la decisione di scegliere il grado e la forma di autonomia del Veneto: non andando a votare possiamo sottolineare il principio che noi siamo Veneti e non italiani.

Il voto, nella situazione che stiamo vivendo, diviene esplicito favoreggiamento ai misfatti italiani.

Noi Veneti siamo rappresentati dal Leone di San Marco e non dal tricolore giacobino, al leone marciano dobbiamo essere fedeli e di questo simbolo essere fieri.

L’italia è la lunga mano della massoneria, che oggi opera attraverso il nuovo ordine mondiale seguendo i punti dell’agenda 2030 per raggiungere il great reset: totale eliminazione della nostra storia, cultura e tradizioni. Ma soprattutto l’italia, con i suoi governanti, è l’alfiere dell’ideologia scientista che nega Dio, e facendolo nega la profezia che ricevette San Marco, e che preannunziò la nostra indipendenza, profezia incisa sul libro che il Leone della nostra bandiera custodisce e protegge: “Pax Tibi Marce Evangelista Meus”.

Non andando a votare alle elezioni giacobine italiane affermeremo di essere Veneti, di essere gli eredi della storia, cultura e tradizioni della Veneta Serenissima Repubblica, di essere Serenissimi. Noi Veneti non abbiamo bisogno dell’italia e delle sue sceneggiate pseudo-democratiche.

Noi Veneti siamo pronti a ritornare Repubblica di San Marco e a rifondare quelle nobili istituzioni che per millenni furono l’invidia dell’intero mondo. Nulla è da scoprire per la nostra terra, dobbiamo solo rinverdire ciò che già appartiene al nostro Popolo, inciso nel nostro DNA come sulle tavole della nostra bandiera.

Chiunque ama il Veneto è Veneto.

Dimostriamo il nostro amore per la nostra Patria non andando a votare le truffe italiane: mobilitiamoci e impegniamoci perché l’astensione superi il 50% 

Venezia-Longarone, 25 luglio 2022

Per il Veneto Serenissimo Governo

Il Presidente Luca Peroni

Il Vicepresidente Valerio Serraglia

Il Vicepresidente Andrea Viviani

Il Vicepresidente Demetrio Shlomo Yisrael Serraglia




SERENISSIMA

Carissimi, è con estremo piacere che vi invitiamo ad ascoltare, cantare e diffondere la canzone “Serenissima” https://youtu.be/0yu64Zkr-Co dell’amico Giuseppe Povia.

Questa canzone ci insegna ancora una volta che è Veneto chi ama il Veneto indipendentemente da sangue e nascita.

Povia con la sua testimonianza ed esempio ci è da stimolo per continuare ad impegnarci per ottenere la nostra autodeterminazione come Popolo Veneto.

Se vogliamo cambiare l’esistente dobbiamo impegnarci continuamente e non delegare le nostre scelte e le nostre azioni per la libertà.

Per sostenere la musica libera di Povia fate fai una donazione libera a www.povia.net e riceverete le sue canzoni in alta qualità Wav + Mp3 + Base + Video, il tutto via mail.

Per organizzare dei concerti privato a rimborso spese chiama il 348.7623972 o povia@povia.net  




Ucraina verso la conclusione

L’operazione militare speciale in Ucraina da parte della Federazione Russa si avvia verso l’epilogo, con la sconfitta delle forze aggressive che dal 2014 guidano il governo ucraino.

È chiaro che il territorio del Donbass avrà un diverso assetto politico, geografico e costituzionale, e saranno le popolazioni di queste terre a decidere il loro destino e le loro alleanze.

La Federazione Russa ovviamente si impegnerà sia con la diplomazia, sia con le forze armate, a impedire che queste martoriate popolazioni ritornino sotto il controllo e la repressione di qualsiasi esercito e di formazioni paramilitari nazionalfasciste.

La Federazione Russa ha lunghe esperienze delle aggressioni subite da parte dei dittatori provenienti dall’occidente, vedi Napoleone, Guglielmo II°, Hitler, Mussolini, Antonescu, monsignor Tiso, Horthy, Risto Ryti…che hanno tentato di strangolare economicamente e militarmente la Russia.

Alla luce di queste esperienze storiche la Federazione Russa non ha aspettato di essere aggredita ma ha replicato quanto fatto da Israele, nella guerra dei Sei Giorni (1967): ha anticipato di qualche settimana l’aggressione già programmata dalle forze armate ucraine e dai neonazisti. Non va dimenticato che già dal 19 febbraio 2022 il battaglione Azov aveva intensificato i bombardamenti delle repubbliche indipendenti di Donetsk e Lugansk.

Tutto questo avveniva allo scopo di provocare l’intervento della Federazione Russa. Gli ucraini erano stati avvisati che non sarebbe stato permesso l’invasione delle due repubbliche, e  se fosse avvenuto sarebbero intervenuti, ma spinti da Biden e dalla NATO non ne hanno tenuto conto , anzi hanno sempre rifiutato di applicare gli accordi di Minsk 1 e 2 ( 2014 e 2015) sottoscritti dallo stesso governo ucraino, Francia, Germania, Federazione Russa, unica possibilità di trovare una soluzione diplomatica in grado di soddisfare le reciproche aspirazioni di pace e autodeterminazione.

L’inconsistente Presidente ucraino, Zelensky, sotto ricatto dei neonazisti della sua guardia del corpo si è consegnato nelle mani di Biden, il quale gli ha prospettato una sicura vittoria militare, e in caso di difficoltà un intervento della NATO sul terreno, e in altri svariati modi.

Il capitalimperialismo non mantiene mai gli impegni promessi in quanto privo di morale, onore e dignità, (come disse il saggio: “il capitalismo è disposto a vendere anche l’ultimo metro di corda con cui sarà impiccato”); basta chiedere a: Georgia, Afghanistan, Iraq, Libia, curdi, cubani (baia dei porci), Vietnam del sud…

Questa sarà la fine drammatica dell’Ucraina: abbandonati a sé stessi, dopo decine di migliaia di morti, distruzioni di città, infrastrutture industriali e civili, devastazione dell’agricoltura…

L’Ucraina come conosciuta finora non esisterà più.

Il sudest avrà un nuovo assetto politico e geografico; la regione di Leopoli passerà progressivamente e in vario modo sotto il controllo della Polonia; la Rutenia chiederà l’autodeterminazione; molto probabilmente l’Ucraina sarà circoscritta a Kiev e ai territori limitrofi (granducato di Kiev).

La domanda ovvia è: valeva la pena di seguire Biden, la NATO e qualche banda neonazista per questo risultato?

Comunque è evidente, e dovrebbe essere chiaro alla NATO che la Federazione Russa ha tracciato le linee oltre le quali non accetterà trattative: la NATO, o qualsiasi altra alleanza militare surrogata non potrà oltrepassare la linea Danzica-Costanza. La Federazione Russa non permetterà a nessuno di superare e mettere in discussione la linea Kaliningrad-Transnistria- Sebastopoli; tale linea non sarà difesa con reticolati e qualche altana, ma con armi ben più potenti e decisive.

All’interno di queste due linee dovrà esserci una zona demilitarizzata, questo probabilmente sarà il futuro assetto tattico strategico dell’Europa.

In questa prospettiva solo i popoli europei potranno invertire le drammatiche conseguenze, se saranno in grado di ribellarsi e smantellare la NATO e l’UE, strumenti di guerra, di sfruttamento e povertà dei popoli europei e non solo, che sono al servizio del capitalimperialismo.

I popoli che desiderano la pace, la libertà e l’autodeterminazione devono costruire gli strumenti di dibattito, alleanze, lotte nel loro interesse.

 Venezia-Longarone,4 luglio 2022

Per il Veneto Serenissimo Governo

Il Vicepresidente Valerio Serraglia 

Veneto Serenissimo Governo




Sia chiaro al COPASIR

Il Veneto Serenissimo Governo, erede e continuatore della storia, cultura e tradizioni della Veneta Serenissima Repubblica, intende chiarire la propria posizione rispetto alla guerra di aggressione della NATO alla Federazione Russa.

Il Veneto Serenissimo Governo e il popolo veneto sono a fianco dei popoli della Federazione Russa e del suo Presidente Vladimir Putin nella lotta contro le forze della reazione internazionale e dell’imperialismo.

Siamo consapevoli che i popoli della Federazione Russa e dell’Armata Rossa non stanno combattendo e versando il loro sangue solo per difendere i propri interessi nazionali, ma stanno difendendo la nostra civiltà e le sue fondamenta, che si identificano con le leggi che Dio ha consegnato a Mosè sul monte Sinai.

La vittoria sui nemici, che non sono solo a Kiev (strumenti inconsapevoli) ma soprattutto nella NATO e nella Unione Europea (che da 20 anni corrodono le frontiere della Federazione Russa e logorano la nostra civiltà) è importante per la salvaguardia della nostra storia, cultura e tradizioni.

Nel contempo riteniamo inutile l’espediente del COPASIR e del suo presidente Adolfo Urso nel continuo cercare gli amici della Federazione Russa e del suo Presidente Vladimir Putin. Li ha già trovati.

La lotta dei popoli d’Europa e non solo, saprà sconfiggere la canaglia nazifascista variamente mascherata, come è già avvenuto nella Grande Guerra Patriottica.

Facciamo inoltre appello al popolo ucraino sulla inutilità di morire per la NATO, per Biden, per l’organizzatore di festini Boris Johnson e per il comico Zelensky. Per questo popolo si preannuncia la fine già vista in Vietnam, nel nord della Siria, per il popolo curdo, in Libia e in molte altre crisi aperte dalla Casa Bianca, per i loro “amici” che vengono prima sfruttati e poi abbandonati al loro destino dagli squali del Pentagono.

Venezia-Longarone 07 giugno 2022 




La storia non cambia

Gli eredi di Vittorio Emanuele e precisamente dell’imperialismo italiano passeggiando nell’ossario di Custoza, rinnovano l’aggressione al libero arbitrio dei Veneti come 156 anni fà, in oltraggio alla volontà popolare chiaramente approvata all’interno della cabina elettorale nell’ottobre del 2017 ( 98.1 % dei veneti favorevole all’autonomia). I rappresentanti dello stato occupante, sfilano nei luoghi dove i giovani veneti nel 1866 si sono conquistati il diritto all’autodeterminazione depredata anche allora dal famoso plebiscito truffa dell’ottobre 1866. Ci chiediamo: è questo il nuovo ordine mondiale? No. Tutto questo è la continuazione dei piani colonialisti perpetrati contro la libertà dei popoli ad autodeterminarsi. La patria Veneta, la sua bandiera, la sua storia hanno radici plurimillenarie e non sarà certo il camaleonte di turno a resettare il legame che il popolo veneto ha con le sue ancestrali tradizioni di libertà e convivenza. Il nuovo ordine mondiale che i veneti hanno deciso è ” indipendenza e autogestione” in continuità con la nostra storia serenissima.

Longarone, 20 Maggio 2022
Per il Veneto Serenissimo Governo
il Presidente Luca Peroni

Dall’archivio storico del veneto serenissimo governo. Se questa è la libertà risorgimentale portata dagli italiani, il Popolo Veneto ne prende le distanze, e farà quanto il diritto internazionale fin dal 1866 gli ha concesso per ottenere il proprio libero arbitrio e l’autodeterminazione. LA VERA STORIA DELLA BATTAGLIA CUSTOZA 1866: «Avanti Savoia!» contro il Veneto Altro che “Terza guerra di indipendenza”! Fu l’inizio dell’ennesima aggressione sabauda DEMETRIO SERRAGLIA* Centoquarant’anni fa in Veneto, il 24 giugno 1866, e precisamente nella località di Custoza, ci fu lo scontro che diede il via all’ennesima guerra di aggressione da parte della monarchia sabauda, guerra che i cosiddetti intellettuali risorgimentali savoiardi hanno fatto passare alla storia come “Terza guerra d’indipendenza”. Quella della Battaglia di Custoza – episodio che va inquadrato all’interno della guerra austro-prussiana del 1866 in cui si inserì l’Italia per occupare il Veneto – può tranquillamente essere definita come l’inizio della via italiana alla sconfitta: una sottile linea rossa che collega tutte le esperienze belliche dello Stato italiano, partendo dalla guerra del 1866 con le battaglie di Custoza e Lissa; attraverso i nefasti giorni del 1917 con la disfatta di Caporetto, per arrivare all’8 settembre 1943 (data in cui fu reso pubblico l’armistizio con gli alleati). LA POCHEZZA DELL’ITALIA Questi episodi ci fanno comprendere la pochezza dell’Italia: uno Stato che si è fondato su un continuo susseguirsi di sconfitte, sconfitte che poi si sono riflesse nel modo di agire politico di tutti i governi italiani sia che essi siano stati monarchici, fascisti, repubblichini o repubblicani. Il soldati che perirono sul campo d’onore di Custoza dimostrarono che l’indomabile orgoglio Veneto non era terminato nel 1797 con la discutibile presa di posizione “pacifista” e neutralista del Maggior Consiglio (organo legiferante della Veneta Serenissima Repubblica). La Repubblica di San Marco era viva, se non nelle sue istituzioni lo era nei cuori dei Veneti, e nel 1866 come nel 1848 con la Repubblica Veneta di Manin il Popolo Veneto lo dimostrò nei campi di battaglia a dispetto di ogni “plebiscito”. La determinazione e lo spirito di sacrifico dei Veneti superò e batté la confusione endemica che guidava lo Stato Maggiore italiano: durante le operazioni di guerra regnava sovrana l’invidia tra generali e la diffidenza tra le varie componenti dell’esercito italiano. Solo l’avverso destino falsificò le vittorie che i ragazzi veneti si erano conquistati in battaglia; ciò avvenne nonostante il sangue profuso per evitare l’occupazione italiana, con le prevedibili nefaste conseguenze che da essa sarebbero derivate. La guerra vide la vittoria della Prussia e la sconfitta dell’Austria e di conseguenza dei Veneti, in questa triangolazione si inserì come il peggiore degli avvoltoi l’Italia. STORIA DA RISCRIVERE Molti potranno obbiettare che sui libri di scuola c’è scritto altro, che le truppe italiane furono accolte tra il tripudio della gente veneta; la realtà è un’altra e basta scovarla leggendo i dispacci dell’esercito in cui non è presente tra i soldati Veneti nessun ammutinamento e nessuna diserzione in favore dei Savoia. I fatti parlano chiaro: e non ci si stancherà mai di dire che la cosiddetta “Terza Guerra d’Indipendenza” fu solo una guerra di aggressione persa dall’Italia e che le favorevoli congiunture internazionali (vittoria della Prussia) permisero un’ingiusta occupazione del suolo Veneto, da parte delle truppe italiane, ratificata da un plebiscito svolto al di fuori della legalità internazionale. MISTIFICAZIONE DELLA REALTÀ Non si capisce da dove provenga quell’ardire di una certa cultura italianista che continua a sostenere che tutta i Popoli della Penisola accolsero con giubilo l’arrivo delle truppe di occupazione dell’Italia: basta! Quello che la cultura italiana continua a propugnarci è una mistificazione della realtà, un negazionismo paragonabile a quello sostenuto da coloro che negano la Shoa. Lo stesso procedere degli Stati Maggiori dell’esercito italiano evidenzia che quella del 1866 non era una liberazione ma una guerra espansionistica dello Stato Italiano, l’intelligence italiana di allora tentò di scatenare una rivolta pro Savoia tra le genti Venete, ma tutto ciò fu vano. L’unica cosa che portarono i cosiddetti “liberatori” italiani fu un susseguirsi di tragedie che hanno diviso la nostra gente e causato milioni di morti, emigrazione e diaspora, guerre d’aggressione, campi di concentramento, etnocidi culturali e materiali. Se questa è la libertà risorgimentale portata dagli italiani, il Popolo Veneto ne prende le distanze, e farà quanto il diritto internazionale fin dal 1866 gli ha concesso per ottenere il proprio libero arbitrio e l’autodeterminazione. «VIVA SAN MARCO!» Custoza è solo uno dei tasselli che costellano la millenaria storia Veneta: essa è contraddistinta da un’indomabile fierezza fedele alla tradizione marciana. La cultura veneta, nonostante un continuo etnocidio, non è stata intaccata dal crescente relativismo culturale portato avanti dal giacobismo e dalle sue deviazioni risorgimentali. Il Veneto è fondato indiscutibilmente sulle tradizioni giudaico cristiane della nostra cultura e il grido “Viva San Marco” durante le vittorie del 1866 né è la dimostrazione più chiara.

Ufficio Storico del Veneto Serenissimo Governo




Chi è il chierichetto?

L’argentino Bergoglio incontra Kateryna Prokopenko, moglie di Denis Prokopenko, e Yulya Fedosiuk, moglie di Arseniy Fedosiuk, comandanti del neonazista reggimento Azov, accompagnate dal fondatore delle Pussy Riot, Petro Verzilov.

Il reggimento Azov fa parte dell’esercito ucraino; è composto da criminali neonazisti responsabili di migliaia di morti, torture, stupri, furti… ed è sua abitudine sparare alle gambe dei prigionieri, per impedire che possano tornare a combattere, ha evirato decine di uomini.

Questi codardi sono intrappolati nei sotterranei delle acciaierie a Mariupol, stanno implorando per riuscire a salvarsi, visto che sono stati abbandonati al loro destino da Zelensky.

Questi delinquenti non hanno più centinaia di anziani, donne e bambini da usare come scudi umani.

Sono criminali e devono essere catturati e processati da un tribunale popolare delle repubbliche popolari di Donetsk e di Lugansk, territori dove hanno commesso i crimini.

Chiediamo: quando mai Bergoglio ha baciato le bandiere delle Repubbliche Popolari di Donetsk e di Lugansk? Chi si è schierato a favore delle bande banderiane ucraine non può ergersi a super partes. Ci chiediamo: chi è il chierichetto?

Il Veneto Serenissimo Governo chiede la libertà per Benedetto XVI, sotto custodia da ormai dieci anni; esso è l’ultimo rappresentante della Chiesa Cattolica Romana.

L’usurpatore ritorni in Argentina, dove ci sono i suoi amici.

Venezia-Longarone 13 maggio 2022

per il Veneto Serenissimo Governo

il Ministro della giustizia Andrea Viviani




9 maggio festa Nazionale Veneta della libertà e dell’autodeterminazione

Nella notte tra l’8 e il 9 maggio 1997 gli indomiti patrioti della Veneta Serenissima Armata, braccio operativo del Veneto Serenissimo Governo, hanno liberato Piazza San Marco a Venezia ricostituendo la Veneta Serenissima Repubblica.

In quella notte il Leone Marciano si è svegliato ed è tornato a ruggire, le millenarie istituzioni Venete sono rinate, lo Spirito Veneto è ridisceso dalle Dolomiti al mare.

L’azione patriottica dei Serenissimi ha posto le basi perché i veneti si scrollassero di dosso gli anni di occupazione italiana: anni di fame, dolori, guerre.

L’italia ha occupato illegalmente il Veneto attraverso la truffa plebiscitaria del 1866, violando palesemente il diritto internazionale.

Il regime italiano, sia monarchico che repubblicano, ha vietato la lingua veneta sminuendola a dialetto, ha relegato la millenaria storia Marciana a fatto folkloristico, ha ridotto la nostra terra veneta a campo di battaglia e morte nei due conflitti mondiali che ha scatenato.

In Veneto ed in tutta la penisola italiana nessuno è stato chiamato alle proprie responsabilità e a pagare per i propri crimini perpetrati durante il regime nazi-fascista.

Grazie alla liberazione di piazza San Marco del 9 maggio 1997 il Veneto è tornato ad essere attore del diritto internazionale, l’italia ha dimostrato la propria brutalità ed arroganza calpestando il nostro millenario vessillo marciano, ma principalmente i Veneti hanno ricordato di non essere italiani iniziando quel percorso che li ha portati alla Vittoria del Referendum per la libertà del 22 ottobre 2017.

Nel 2017 il 98,1 % dei Veneti hanno dichiarato democraticamente e pacificamente di volersi autodeterminare, di decidere di essere autonomi rispetto all’occupante italiano. Con quella vittoria tutti i Veneti sono diventati Serenissimi, ed idealmente tutti sono saliti assieme alla Veneta Serenissima Armata sul Campanile di San Marco per issare il gonfalone Veneto.

Nello spirito racchiuso nella profezia dichiarata del libro del Leone di San Marco “Pax Tibi Marce Evangelista Meus”, chiediamo alla comunità internazionale di utilizzare le adeguate pressioni diplomatiche, economiche e politiche affinché l’italia non ostacoli il processo di autodeterminazione del Popolo Veneto.

Chiediamo al Popolo Veneto di issare la bandiera veneta nelle proprie case e terreni, e di proclamarli Liberi Territori Veneti: il Leone continua a ruggire.

Venezia-Longarone 08 maggio 2022




9 MAGGIO 1945 – 24 FEBBRAIO 2022 la lotta continua

Il Veneto Serenissimo Governo, erede e continuatore della storia, cultura e tradizioni della Veneta Serenissima Repubblica, in riunione solenne e plenaria, il 6 maggio 2022 a Longarone, capitale dei liberi Territori della Veneta Serenissima Repubblica, ricorda e onora tutti gli immortali eroi che hanno lottato contro la canaglia nazifascista (asse RO.BER.TO.), che ha insanguinato l’intero pianeta dal 1° settembre 1939 al 2 settembre 1945.

Qualche onesto ingenuo può pensare che con la caduta di Berlino, e con lo sventolare la bandiera dell’Armata Rossa sul Reichstag la lotta al nazifascismo sia conclusa per sempre. NO!

La lotta continua. La peste nazifascista è come l’araba fenice, in grado di rinascere dalle proprie ceneri: c’era prima di Hitler e c’è ancora: Reggimento Azov.

Sta a tutte le donne e a tutti gli uomini amanti della pace e della libertà proseguire la battaglia per sconfiggere questo cancro, guidati dall’unica legge che riconosciamo: quella data a Mosè sul monte Sinai.

Non sarà certo l’utilizzo dei vari virus o dei ballerini d’avanspettacolo a fermare la nostra determinazione a continuare la lotta dei nostri padri, intrapresa nelle pianure dell’est, nelle nostre montagne, e nei nostri sacri territori.

In questo contesto ringraziamo i popoli della Federazione Russa che si stanno sacrificando per impedire che gli imperialcolonialisti resettino la nostra storia, cultura e tradizioni, per instaurare un mondo senza un passato, con un presente di schiavitù e senza un futuro.

Il Veneto Serenissimo Governo e il popolo veneto sono coscientemente a fianco del popolo russo, che per l’ennesima volta (come contro Napoleone e Hitler) versa il suo sangue per fermare i dittatori: il 9 Maggio 2022 il Veneto Serenissimo Governo sarà comunque presente alla sfilata di Mosca con le bandiere del Leone di San Marco, assieme alle bandiere della Federazione e di tutti i popoli amanti della pace e della libertà, per dimostrare la nostra immutata solidarietà e amicizia. 

W I POPOLI LIBERI!

morte alla canaglia nazifascista!

Venezia-Longarone, 6 Maggio 2022

Per il Veneto Serenissimo Governo

Il Presidente Luca Peroni

Il Vicepresidente Valerio Serraglia

Il Vicepresidente Andrea Viviani

Il Vicepresidente Demetrio Shlomo Yisrael Serraglia




San Marco per la libertà




Europa e crisi ucraina

La crisi ucraina si sta concludendo con gli stessi problemi di quando si è aperta, nel 2014.

La Federazione Russa aveva posto sul tavolo delle trattative, che bisogna ricordare: rientro della Crimea nella Federazione Russa, riconoscimento delle due entità autonome di Donetsk e Lugansk; proposte accettate da Francia, Germania, Federazione Russa e da Ucraina (accordi di Minsk 1 e 2).         

L’Ucraina si era impegnata a inserire nella sua costituzione le modifiche concordate. Ciò non è avvenuto, anzi il governo ucraino ha rafforzato il suo apparato militare ai confini dell’intero Donbass, costruendo una diga, a nord della Crimea, che impedisce il rifornimento idrico dell’intera Crimea, e nel contempo continuando una guerra a bassa intensità contro l’intero Donbass.

La non applicazione degli accordi di Minsk è da imputare al governo di Obama e alle sue pressioni su Kiev, creando continue provocazioni contro la Federazione Russa, nel tentativo di costringerla a intervenire. Tutto questo si è prolungato per 8 anni. Ci sono documenti e prove che a suo tempo saranno rese pubbliche, che l’esercito ucraino e i consiglieri americani stavano preparando, per l’estate 2022 un’aggressione contro le due repubbliche indipendenti di Donetsk e Lugansk, per annetterle all’Ucraina, ricalcando quanto già fatto dalla Georgia di Saakashvili contro l’Ossezia del sud, nel 2008.

Quali i risultati, alla luce di 8 anni di provocazioni? Migliaia di morti, distruzioni di strutture civili, industriali, agricoltura abbandonata, crisi economica a livello planetario, depauperamento dell’intera Europa, creato barriere tra i popoli per il futuro.

Chi ne ha tratto profitto? Tatticamente gli Stati Uniti, per un breve periodo, strategicamente la Cina, che da questa crisi ne trae e ne trarrà immensi guadagni. È riconosciuto da tutti che questa crisi impoverirà ulteriormente l’Europa, alla luce dei ricatti e degli accordi sottoscritti ultimamente dai governi europei. Non sarà né insignificante né breve il depauperamento, colpendo la quasi totalità dei popoli europei, allargando sempre di più la forbice tra i pochi ricchissimi e la massa dei poveri; avendo chiaro che questa crisi metterà fine alle classi intermedie.

In questo contesto, con le ridotte capacità di acquisto, vista la scarsa disponibilità finanziaria, i mercati europei saranno inondati da prodotti cinesi di scadente qualità, pericolosi per la salute, e tecnologicamente arretrati.

Non va dimenticato che il sistema distributivo cinese già dispone di un solido apparato commerciale sul territorio e di un sistema di trasporto tra i più efficienti e diversificati nel pianeta (Via della seta).

Quale futuro per l’Europa? Sembra ragionevole pensare che alla luce di quanto esposto la prossima crisi sarà tra l’Europa e gli Stati Uniti. Le forme e le caratteristiche di tale crisi si potranno delineare in base a chi guiderà il governo americano. i democratici, senza Biden, che molto probabilmente non riuscirà a terminare il suo mandato, per ovvi problemi di salute, o i repubblicani di Trump, con la riscoperta della dottrina Moore. In tutti i casi l’unica possibilità per l’Europa di sopravvivere è la collaborazione economica a tutti i livelli, tra i popoli d’Europa, dall’Atlantico a Vladivostok; con la disponibilità di materie energetiche, minerali e agricole dell’Europa dell’est e le capacità tecnologiche e di trasformazione dell’Europa dell’ovest tramutando il continente in un soggetto di primissima importanza, capace   di decidere il proprio destino.

Questo da un punto di vista economico non è ancora decisivo. Il problema centrale è la capacità di far convivere e collaborare le decine di etnie esistenti, partendo dall’evidente fallimento della globalizzazione, con le sue ripercussioni sociali e conseguente trasmigrazione di intere popolazioni e il loro girovagare senza fine. Ciò ovviamente era ed è il disegno dei presunti padroni del pianeta, i vari Bezos, Musk, Soros… Questo disegno sta dimostrando i suoi limiti, in quanto i popoli si stanno ribellando, cercando di mantenere la propria storia, cultura e tradizioni e cercando di vivere in un mondo felice, libero, plurale e democratico.

La base di partenza per tentare di risolvere questi immensi problemi sono gli accordi De Gasperi- Gruber.

Questo processo planetario ha subito un’accelerazione il 24/02/2022. l’esito di questa crisi sarà determinante per l’umanità in generale e in particolare per l’Europa.

Venezia-Longarone,18 aprile 2022

Il vicepresidente del Veneto Serenissimo Governo

Valerio Serraglia